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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Ministero chiede indietro all'imprenditore 800mila euro. Tar boccia richiesta

Dopo 12 anni il ministero dell’Economia si sveglia per chiedere all’imprenditore leccese la restituzione della somma finanziata con la 488 nel 2001. Ma lui ricorre al Tar di Lecce, che ha poi annullato il provvedimento di revoca preteso dallo Stato

LECCE -  L’imprenditore leccese riesce a beneficiare di un finanziamento pubblico, con la “488”, di quasi 800mila euro, a fronte di investimenti per oltre 3milioni di euro. Accadeva nel 2001. Dopo 12 anni, il ministero dell’Economia si sveglia per chiedere all’imprenditore la restituzione della somma finanziata. L’imprenditore ricorre al Tar di Lecce, che ha poi annullato il provvedimento di revoca, condividendo in pieno le tesi dei difensori del ricorrente, gli avvocati Alberto Pepe e Alfredo Matranga.
 
Una storia come tante, purtroppo, che accadono in Italia, dove la burocrazia irrompe nella vita delle persone a distanza anche di più di un decennio: semmai quei soldi sarebbero stati da restituire, la richiesta può mai giungere dopo 12 anni? Quando ormai il denaro era stato investito nell’azienda di Nicola Verri, l’imprenditore che ha dovuto rivolgersi al Tribunale amministrativo di Lecce per fare valere le sue ragioni?

In particolare, il Tar ha ritenuto fondato il motivo di ricorso con cui i legali dell’imprenditore hanno censurato il provvedimento di revoca laddove il Ministero ha contestato al beneficiario del finanziamento di non aver mai comunicato che la realizzazione dell’impianto produttivo fosse avvenuta ad opera di un’unica società e, quindi, con caratteristiche similari alla realizzazione mediante l’istituto denominato “chiavi in mano”, nonché attraverso la rifatturazione dei macchinari acquistati.

Infatti per il giudice amministrativo, nel caso in esame, la rifatturazione è essenziale alla realizzazione degli impianti “chiavi in mano” e pertanto non può ritenersi illegittima, mentre la mancata comunicazione della realizzazione dell’impianto con tali modalità non può essere sanzionata con la revoca, poiché nel decreto di concessione del finanziamento la stessa non è prevista nel caso di siffatta mancata comunicazione.

La sentenza del Tar consentirà al ricorrente non solo di non dover restituire quanto sino ad oggi percepito ma di vantare un interesse alla corresponsione dell’ulteriore trance del finanziamento (circa 140 mila euro) non ancora corrisposti dal Ministero.    

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