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Cronaca Maglie

Il Tar sulle sale del commiato: "l’ultimo saluto" solo col placet dei vicini

Il tribunale amministrativo respinge ricorso di un impresario funebre: avrebbe voluto inaugurare una sala a Maglie, contro la volontà dell’inquilino di sopra

MAGLIE – Il Tar di Lecce respinge il ricorso di un impresario funebre e dà ragione a un cittadino: la sala del commiato non si farà, poiché l’inquilino del piano superiore non è d’accordo. Lo ha stabilito la prima sezione del Tribunale amministrativo del capoluogo salentino, mettendo fine a una vicenda avvenuta a Maglie. La decisione, di fatto, “supera” una vecchia sentenza che riguardava una vicenda simile, a Leverano nel 2010, nella quale le cosiddette “sale del commiato”, per porgere l’ultimo saluto ai propri cari anche con riti civili, o di altre religioni differenti da quella cattolica, vengono equiparate alle attività commerciali.

Fermo restando che l’apertura di simili strutture, pubbliche o private che siano, sono contemplate dalla legge regionale 34 del 2008, il giudice questa volta ha preferito porre dei paletti, per tutelare anche il privato cittadino. Nello specifico, infatti, il proprietario dell’appartamento al piano superiore, si è ribellato all’apertura si una simile “stanza del pianto”.  L’uomo, peraltro, si sarebbe ritrovato non soltanto limitato nelle proprie attività domestiche, ma addirittura con quattro finestre direttamente nel proprio giardino e forse una bara perennemente in vista. Non è stato, tuttavia, l’unico ad opporsi al progetto. Nei paraggi, infatti, hanno anche sede un paio di bar e persino una scuola.

L’inaugurazione di una sala del commiato, insomma, avrebbe creato non pochi disagi. Il tribunale ha pertanto dato ragione all’uomo, difeso dagli avvocati Francesco Romano e Leonardo Maruotti, creando un significativo precedente anche per eventuali, prossime aperture di sale del commiato nei comuni limitrofi.

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