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Cronaca

Tassi usurari al 700 per cento: condannata a 4 anni

Rossana Elia dovrà scontare una pena di quattro anni e otto mesi di reclusione. Insieme a Roberto Solito avrebbe cercato di estorcere somme didenaro con tassi ad uso capestro ad un imprenditore locale

Tentata estorsione, violenza privata e violenza nel costringere la persona offesa a commettere il reato di falsa testimonianza. Capi d'imputazione tramutati in una condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione per la 48enne Rossana Elia, originaria di Melendugno, ma residente a Lecce nel processo di primo grado celebrato con l'abbreviato. Il giudice ha anche ravvisato la continuazione con la recidiva reiterata infraquinquennale. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna di sei mesi. Nella tenaglia della donna strozzina e di Roberto Solito, 42enne di Cavallino, entrambi volti già noti all'anagrafe della criminalità locale era finito un imprenditore salentino taglieggiato di continuo dai due.

I fatti ebbero inizio quando un prestito iniziale di 750 euro si trasformò in pochissimo tempo in un credito di stampo usuraio, con un tasso di interesse pari al 780 per cento e con una penale di 100 euro da versare ogni giorno, così da far lievitare la somma dopo circa un mese a 1500 euro. Agli inizi del novembre 2006, l'imprenditore sarebbe stato avvicinato al telefono con frasi del tenore: "Stasera voglio i soldi, sennò ti ammazzo. Mille e cinquecento euro, e le voglio stasera, non ti presentare senza soldi altrimenti, dove ti vedo, ti uccido". L'imprenditore trovò il coraggio di denunciare gli incontri e le telefonate spiccando una circostanziata denuncia in questura con la quale raccontava le modalità di pagamento vessatorie. Tre giorni dopo, la vittima si ripresentò negli uffici di viale Otranto con l'intenzione di ritirare la denuncia in quanto a suo dire era stato raggiunto un accordo con Solito per pattuire la restituzione della quota.

Sulla scorta di tali dichiarazioni fu richiesta ed applicata nei confronti di Roberto Solito la misura della custodia cautelare in carcere per i reati di usura e tentata estorsione, lo scorso 5 gennaio del 2006. Nel corso del dibattimento l'imprenditore ritrattò le precedenti dichiarazioni, negando di aver pattuito interessi e cercando di svilire la valenza minatoria degli avvertimenti. Gli agenti della squadra mobile di Lecce (che poi chiusero il cerchio con gli arresti) approfondirono le indagini e nel corso del secondo dibattimento, l'imprenditore confessò di essere stato avvicinato l'11 novembre del 2006, nei pressi della propria abitazione dalla coppia di strozzini che lo picchiarono colpendolo con calci e pugni per invitarlo a ritirare la denuncia, altrimenti sarebbe stato peggio per lui. Da qui l'accusa mossa nei confronti della Elia del reato di violenza nel costringere la persona offesa a commettere il reato di falsa testimonianza. Rossana Elia era difesa dall'avvocato Giuseppe De Luca.

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