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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Squinzano

Tensione tra fratelli ai domiciliari: accuse di spari, scattano le manette

Arrestato Roberto Napoletano. I diverbi con Angelo vanno avanti da tempo. L'ultima lite per il possesso di pecore. Ma le minacce sarebbero costanti. Entrambi erano stati coinvolti in "Dejà vu - Ultimo atto"

SQUINZANO – I carabinieri della stazione di Squinzano e del Nucleo operativo della compagnia di Campi Salentina, sotto la direzione dle tenente Rolando Giusti, hanno fatto un conto unico e l’hanno presentato oggi a Roberto Napoletano, il 30enne di Squinzano già accusato di associazione mafiosa, sotto processo per una presunta tentata estorsione al locale Livello 11/8 di Trepuzzi e ora di nuovo in carcere per minaccia aggravata a carico del fratello, Angelo, di dieci anni maggiore. Ed è stato un conto molto salato. 

A costargli cara, questa volta, è stata proprio la denuncia che Angelo ha presentato ai militari dopo il violento litigio avvenuto la mattina di due giorni addietro.

Fra i due fratelli non scorre certo buon sangue e la cosa è ampiamente risaputa. Ad accomunarli ci sono solo le vicissitudini giudiziarie. Entrambi erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione “Dejà vu – Ultimo atto” del marzo dello scorso anno, uno dei principali filoni d’inchiesta che hanno fatto luce sugli affari illeciti delle nuove leve che gravitano nell’orbita della Scu nel nord Salento e dopo un periodo in carcere, in seguito confinati ai domiciliari.

Il problema nasce dal fatto che le loro proprietà, nelle campagne di Squinzano, sono confinanti e che fra i due gli screzi vanno avanti da tempo immemore. La tensione per una convivenza forzata è così salita alle stelle, tanto che il 27 gennaio un diverbio sul possesso di alcune pecore sarebbe bastato a far esplodere un colpo di pistola in aria a scopo intimidatorio.

NAPOLETANO ROBERTO-3E’ stato lo stesso Angelo a chiamare i carabinieri, avvisandoli delle minacce di Roberto. I militari arrivati sul posto non hanno rilevato segni evidenti di quanto narrato, ma non per questo hanno preso la storia alla leggera, tanto più che già il 14 dicembre colpi di fucile furono indirizzati verso casa di Angelo (storia già nota), e quei segni erano ancora visibili l'altro all’arrivo dei carabinieri.   

Il 40enne ha deciso di esporre tutto questo e altro ancora (vi sarebbero state ulteriori azioni contro di lui, in precedenza) in una circostanziata denuncia che oggi si è tramutata in custodia cautelare in carcere per il fratello più giovane, su ordine del gip del Tribunale di Lecce. Una misura che forse è servita a evitare che una situazione spinosa degenerasse. Un problema, però, che rischia di essere solo rinviato nel tempo, senza una soluzione ultima. Una riappacifiazione è quanto di più lontano si possa immaginare al momento.

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