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Cronaca

Tentata estorsione con tenente dei carabinieri investito: due condanne

Quattro anni e due mesi di reclusione per tentata estorsione, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, per Luciano Romano e Francesco Rotondo, arrestati in una rocambolesca operazione. Uno dei due fu ferito da una pistolettata

Estorsioni, quattro arresti dopo la sparatoria nottLECCE - Sono stati condannati  a 4 anni e due mesi di reclusione, con l'accusa di tentata estorsione, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, Luciano Romano, 21 anni, e Francesco Rotondo, 26 anni, arrestati dai carabinieri all'alba del 25 febbraio scorso dopo una lunga notte di inseguimenti e caccia all'uomo. I due furono inizialmente bloccati in via Rudiae, poco dopo le 23 del 24 febbraio. Gli inquirenti ritenevano che si stessero dirigendo verso l'attività commerciale, gestita da un cingalese, per mettere a segno un'estorsione ai danni dei proprietari. Da alcune settimane, infatti, su di loro si erano concentrate le indagini dei militari dell'Arma, che indagavano proprio per una presunta estorsione. I titolari del negozio di alimentari sarebbero stati avvicinati da Romano e Rotondo in diverse occasioni, pattuendo una cifra periodica da versare nelle loro tasche, per i una Fiat 500 presa a nolo. La coppia di giovani, alla vista dei carabineri, cercò di forzare il posto di blocco. Nella fuga fu investito e trascinato per alcuni metri l'allora tenente (poi promosso capitano) Giovanni Diglio che, da comandante del nucleo radiomobile, era a capo dell'operazione. Il militare rimase ferito, fortunatamente in modo non grave. Un altro militare, dopo l'investimento (secondo i carabinieri avvenuto intenzionalmente) indirizzò un colpo di pistola verso l'auto, presumibilmente per centrare le gomme, ma il proiettile perforò la carrozzeria e si conficcò nel gluteo di Romano, che sedeva al lato passeggero. Il giovell'ordine. I due ragazzi avevano fatto rotta verso la via di San Cesario (tra l'altro, non molto lontano dal luogo dei fatti), diretti proprio al pronto soccorso. Per entrambi scattò l'arresto in flagranza di reato. 

LECCE - Sono stati condannati  a 4 anni e due mesi di reclusione, con l'accusa di tentata estorsione, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, Luciano Romano, 21 anni, e Francesco Rotondo, 26 anni, arrestati dai carabinieri all'alba del 25 febbraio scorso dopo una lunga notte di inseguimenti e caccia all'uomo. I due furono inizialmente bloccati in via Rudiae, poco dopo le 23 del 24 febbraio. Gli inquirenti ritenevano che si stessero dirigendo verso l'attività commerciale, gestita da un cingalese, per mettere a segno un'estorsione ai danni dei proprietari.

Da alcune settimane, infatti, su di loro si erano concentrate le indagini dei militari dell'Arma, che indagavano proprio per una presunta estorsione. I titolari del negozio di alimentari sarebbero stati avvicinati da Romano e Rotondo in diverse occasioni, pattuendo una cifra periodica da versare nelle loro tasche, per non avere problemi. Gli stessi avrebbero subito intimidazioni personali e minacce di danni al locale commerciale.
I due ragazzi viaggiavano a bordo di una Fiat 500 presa a nolo. La coppia di giovani, alla vista dei carabineri, cercò di forzare il posto di blocco. Nella fuga fu investito e trascinato per alcuni metri l'allora tenente (poi promosso capitano) Giovanni Diglio che, da comandante del nucleo radiomobile, era a capo dell'operazione. Il militare rimase ferito, fortunatamente in modo non grave.

Un altro militare, dopo l'investimento (secondo i carabinieri avvenuto intenzionalmente) indirizzò un colpo di pistola verso l'auto, presumibilmente per centrare le gomme, ma il proiettile perforò la carrozzeria e si conficcò nel gluteo di Romano, che sedeva al lato passeggero. Il giovane, quella stessa notte, fu sottoposto ad un intervento chirurgico.
Il tenente Diglio, nonostante fosse ferito (riportò lussazione ad una spalla), riprese subito in mano le redini del comando. Iniziò una vera e propria caccia all'uomo, perché l'auto, nel frattempo, si era già dileguata. Uno dei primi posti dove i carabinieri andare a controllare fu ovviamente l'ospedale "Vito Fazzi", tanto più che l'arrivo di pazienti con ferite d'arma da fuoco o da taglio vengono immediatamente segnalati alle forze dell'ordine. I due ragazzi avevano fatto rotta verso la via di San Cesario (tra l'altro, non molto lontano dal luogo dei fatti), diretti proprio al pronto soccorso. Per entrambi scattò l'arresto in flagranza di reato.
Luciano Romano, assistito dagli avvocati Benedetto Scippa e Giuseppe De Luca, ha scelto il rito abbreviato, mentre e Francesco Rotondo ha patteggiato la pena.

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