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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Nardò

Tentata estorsione a luci a rosse ai danni di un 66enne: in due patteggiano

Luigi Imbò, 33enne, e Marco Valerini, 37enne, cercarono di estorcere 10mila euro a un pensionato di Nardò. Ma all'appuntamento si presentarono anche i carabinieri, che arrestarono entrambi in flagranza di reato

NARDO' -  Credevano di poter fare soldi facili ricattando un pensionato neretino di 66anni, minacciando di diffondere i filmati che lo ritraevano con la sua amante, una donna di 35 anni. Una tentata estorsione che è costata, però, a Luigi Imbò, 33enne, e Marco Valerini, 37enne (già noto alle forze dell'ordine), entrambi leccesi, una condanna rispettivamente a 2 anni e tre mesi e 1 anno e undici mesi di reclusione. I due, assistiti rispettivamente dall'avvocato Tony Indino e Giuseppe Talò, hanno patteggiato la pena con il pubblico ministero Giuseppe Capoccia. La sentenza, invece, è stata emessa dal gup Giovanni Gallo. 

Imbò e Valerini furono arrestati lo scorso 14 giugno in flagranza di reato, nei pressi della piazzola di una stazione di rifornimento dismessa poco distante da Lido Conchiglie a Gallipoli, mentre ritiravano una busta contenente 10mila euro lasciata, nel luogo stabilito, dalla vittima. I due estorsori avevano chiesto inizialmente al pensionato la somma ben più consistente di 30mila euro, ma poi l'anziano era riuscito ad ottenere uno "sconto", chiudendo la trattativa a 10mila euro. Lo scambio di denaro doveva avvenire lo scorso 20 maggio, ma qualcosa in quella circostanza andò storto. I due, insospettiti dalla presenza di alcune persone, non passarono a ritirare la busta con i contanti. La trovò un contadino che, spinto da un'onestà davvero encomiabile, la consegnò ai carabinieri. 
 
Il filmato, girato un anno fa era stato salvato dal 66enne sul proprio computer, che poi aveva subito un guasto. Il pensionato aveva quindi contattato Imbò, suo conoscente, perché lo aiutasse a risolvere il problema. Questi si presentò a casa dell'uomo con Valerini. Durante lintervento sulla macchina, i due trovarono il file "a luci rosse", che fece scattare il progetto criminoso di guadagnarci ai danni del legittimo proprietario. 
 
Dopo essersi impossessati del video i due iniziarono letteralmente a perseguitare il malcapitato, prima con una lettera anonima in busta gialla dattiloscritta in cui si chiedeva di versare entro 24 ore la somma di 30mila; poi con continue telefonate minatorie, in cui la voce dall'altro capo della cornetta cercava di simulare un accento romeno. Da qui la denuncia dell'anziano, che raccontò tutto ai carabinieri, e che raccolta la denuncia diedero via alle indagini coordinate dal pm Giuseppe Capoccia. 
 
 
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