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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Tentata estorsione, un arresto. E' caccia al complice

Nei guai Diego Podo, 26enne, ricercato albanese: presunti complici di Luciano Romano e Francesco Rotondo, già indagati. La vittima un commerciante cingalese. Ci fu blitz con investimento e sparatoria

LECCE - Colpo di scena nell'inchiesta per una presunta estorsione, rimasta però solo tentata, ai danni di un commerciante cingalese, proprietario di un supermercato in città. Nella mattinata di ieri, i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Lecce hanno arrestato Diego Podo, 26enne, leccese, su ordinanza richiesta dalla Procura e firmata dal gip Alcide Maritati. Sarebbe il complice di altri due giovani, già finiti nei guai a febbraio.

Non solo. E' ancora ricercato anche un quarto individuo. Si tratta di un albanese. La notizia dell'arresto di Podo è stata resa nota solo oggi, perché fino all'ultimo i militari hanno cercato di sorprendere anche lo straniero, di cui, però, per il momento non c'è traccia.

Podo è dunque ritenuto responsabile di aver preso parte alle presunte richieste estorsive perpetrate ai danni del titolare di un negozio di generi alimentari. Le indagini dei militari del nucleo radiomobile, sono iniziate a febbraio del 2011. L'ipotesi investigativa è che vi fosse all'origine una sorta di gruppo più ampio, di cui farebbero parte anche Luciano Romano e Francesco Rotondo, di 21 e 26 anni.

Questi ultimi due, come si ricorderà, furono arrestati nel corso di una retata organizzata dai carabinieri. Furono bloccati in via Rudiae, intorno alle 23 del 24 febbraio scorso. Gli inquirenti ritengono che si stessero dirigendo proprio verso l'attività commerciale, per mettere a segno l'estorsione. I due ragazzi viaggiavano a bordo di una Fiat 500 presa a nolo. Nella frenesia del momento, fu anche investito e trascinato per alcuni metri l'allora tenente (di recente promosso capitano) Giovanni Diglio, che, da comandante del nucleo radiomobile, era a capo dell'operazione. Il militare rimase ferito, fortunatamente in modo non compromettente.

Un suo collega, dopo l'investimento (secondo i carabinieri avvenuto intenzionalmente) indirizzò un colpo di pistola verso l'auto, presumibilmente per centrare le gomme, ma il proiettile perforò la carrozzeria e si conficcò nel gluteo di Romano, che sedeva al lato passeggero. Il giovane, quella stessa notte, fu sottoposto ad un intervento chirurgico (per tutti i particolari sull'antefatto: https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=25935 e https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=25940).

Da allora, le indagini sono proseguite. I carabinieri sospettarono fin da subito che Romano e Rotondo non avessero agito da soli, ma avessero dei complici. Successive indagini avrebbero dunque permesso di identificare Podo quale ulteriore responsabile. Il 26enne, però, non era presente il giorno dell'ultima richiesta di denaro. Secondo i carabinieri, lo era comunque con certezza le volte precedenti. E intanto, è caccia aperta anche al quarto uomo.

Se Romano e Rotondo (difesi dagli avvocati Benedetto Scippa, Giuseppe De Luca e Francesco Vergine) rispondono anche di tentato omicidio, le accuse per Podo e per l'albanese ricercato riguardano solo la tentata estorsione. Reato, quest'ultimo, ovviamente contestato in concorso. Anche il neo indagato è difeso dall'avvocato Giuseppe De Luca. Proprio oggi s'è svolto l'interrogatorio di garanzia, nel corso del quale il 26enne s'è avvalso della facoltà di non rispondere.

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