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Cronaca Copertino

Tentata truffa all’Inps con i falsi braccianti: 319 indagati. Sequestro da 500mila euro

Secondo le indagini, un imprenditore di Copertino avrebbe dichiarato falsi contratti di locazione dei fondi per giustificare l’assunzione di centinaia di lavoratori. La giudice ha “congelato” le indennità non ancora percepite nel 2021

COPERTINO - C’è una nuova inchiesta della magistratura su finte assunzioni per ottenere prestazioni previdenziali (di disoccupazione, assegni al nucleo familiare, malattia e maternità) che conta ben 319 indagati. Il primo della lista è Santino Franco, 69enne titolare dell’omonima ditta che si occupa di attività di “coltivazione mista di prodotti in piena area”, con sede a Copertino, tutti gli altri sono braccianti, ritenuti tali solo sulla carta.

Secondo gli accertamenti svolti dalla guardia di finanza i rapporti di lavoro sarebbero stati costituiti al solo scopo di raggirare l’Inps e, nel 2021 in particolare, le indennità richieste ma non ancora percepite (da qui l’ipotesi del reato di tentata truffa) ammonterebbero a una cifra complessiva di quasi mezzo milione di euro, per la precisione di 499.756 euro. La somma, nelle scorse settimane, è stata oggetto di un sequestro preventivo autorizzato dalla giudice Simona Panzera ed è rimasta “congelata” nelle casse dell’Istituto di previdenza. 

Dalle indagini, in particolare dalla verifica fiscale eseguita dalle fiamme gialle di Porto Cesareo nel 2019, è emerso che l’imprenditore a partire dal 2013 aveva assunto centinaia di lavoratori per i quali le corresponsioni da parte dell’Istituto sarebbero state complessivamente superiori a sei milioni di euro. Ma diverse anomalie e incongruenze avrebbero svelato poi quello che per gli investigatori è stato “un lapalissiano raggiro”.

Insomma, i contratti d’affitto dei fondi rustici (per un’estensione complessiva di quasi 20 ettari), depositati presso l’ufficio del Registro di Lecce, utili a giustificare la necessità di così tanta forza lavoro, sarebbero risultati falsi. La maggior parte dei proprietari sarebbero stati all’oscuro di tutto. Tra questi, un medico residente a Roma riferì ai militari di recarsi occasionalmente sul suo terreno, di aver trovato in alcune circostanze a lavorare abusivamente solo due, tre persone, e di aver inoltre notato la presenza di alcuni alberi di fichi d’india e di balle di fieno accatastate in un locale.

Dalle informazioni raccolte dai titolari dei fondi e dall’acquisizione di immagini aeree della zona estrapolate dal sito regionale www.sit.puglia.it e da google earth, gli investigatori sono riusciti a ottenere una mappatura dell’intero appezzamento poderale, individuando l’area (di circa sei ettari) dove sarebbe stata realmente svolta l’attività agricola. Qui sarebbero piombati i finanzieri il 21 gennaio del 2021 e, durante la perquisizione, fu accertata la presenza solo di otto lavoratori.

Non solo. Nel corso della verifica fiscale, non fu rilevata alcuna proprietà e/o disponibilità di beni strumentali inerenti la dichiarata attività di impresa, tanto meno fu riscontrato il sostenimento di costi legati all’approvvigionamento di carburante.

Insomma, queste le accuse emerse durante le indagini e ritenute fondate dalla giudice Panzera che, come anticipato, ha accolto la richiesta della Procura di sequestrare le cifre non ancora erogate dall’Inps relativamente all’anno del 2021 per impedire che la truffa venisse ultimata.

Non è la prima volta che l’imprenditore finisce sotto la lente degli inquirenti. Dieci anni fa fu condannato in primo grado e poi assolto in appello per una vicenda analoga che riguardava l’assunzione di 577 persone.

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