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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Gallipoli

Aprì il fuoco per 18 volte contro la ex, chiesti 9 anni di reclusione

La Procura ha presentato il conto al 20enne di Galatina, responsabile dell’episodio avvenuto il 10 agosto scorso nel centro abitato di Gallipoli. Attesa la sentenza per il 13 dicembre

GALLIPOLI - Rischia nove anni di reclusione per tentato omicidio plurimo aggravato e detenzione e porto illegale di armi da guerra Ibrahim Rudi, il 20enne di Galatina, che il 10 agosto scorso sparò con una pistola mitragliatrice calibro 7,65 diciotto colpi contro la ex fidanzata che era con la sorella, la cugina e due amici, all’angolo tra via Kennedy e via Otranto, a Gallipoli.

La sua condanna è stata invocata questa mattina dalla sostituta procuratrice Maria Consolata Moschettini, nel processo che si sta celebrando col rito abbreviato dinanzi alla giudice Simona Panzera.

Dopo la requisitoria della pm, la parola è passata agli avvocati dell’imputato, Simone Viva e Giuseppe Bonsegna, che hanno chiesto alla gup la riqualificazione del reato in minacce aggravate dall’uso dell’arma. Questo in considerazione del fatto che, secondo la difesa, il giovane non sparò con l’intenzione di uccidere ma per intimidire la ragazza, una 26enne di Cutrofiano, con la quale aveva avuto una relazione sentimentale.

La sentenza è attesa per il 13 dicembre.

Fondamentali alle indagini condotte dai carabinieri del Nor di Gallipoli, furono le testimonianze delle vittime riuscite a sfuggire ai colpi, e i filmati registrati dagli impianti di videosorveglianza vicini al luogo del delitto in cui si noterebbe il responsabile aprire il fuoco e scappare.

Rudi fu rintracciato tre giorni dopo dai militari in un’abitazione in agro di Novoli, dove si era rifugiato subito dopo aver cercato di bruciare gli abiti indossati per alterare le prove, e fu così accompagnato in carcere, dove è tuttora recluso.

Era in compagnia di due amici, un 20enne di Sogliano Cavour e un 32enne novolese, ritenuti suoi complici: uno lo avrebbe accompagnato fisicamente a piedi fino al punto in cui si trovava la comitiva, per poi fuggire insieme all’altro che li attendeva alla guida di una Hyundai Matiz. Entrambi risultano indagati a piede libro per tentato omicidio plurimo in concorso (l’accusa inizialmente ipotizzata era quella di favoreggiamento).

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