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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Tentò di rapinare un market, dopo aver perso il lavoro per il Covid: condannato un pizzaiolo

Emesso il verdetto nei riguardi di Andrea Stampete, leccese di 33 anni, nel processo discusso ieri col rito abbreviato: due anni e due mesi. Era accusato del colpo “sfumato” nel minimarket di via Marinosci, a Lecce, del 28 maggio 2020

LECCE - Confessò di aver tentato una rapina per problemi economici dovuti alla perdita di lavoro come pizzaiolo a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19. Ma questo non lo ha risparmiato dalla condanna. E’ di due anni e due mesi di reclusione, più 800 euro di multa, la pena inflitta ad Andrea Stampete, 33 anni, di Lecce, nel processo discusso ieri col rito abbreviato dinanzi alla giudice per l’udienza preliminare (gup) Simona Panzera.

La vicenda finita al vaglio della gup risale al pomeriggio del 28 maggio del 2020: Stampete, insieme ad una donna, si presentò nel minimarket di via Marinosci, a Lecce, travisato da una mascherina chirurgica, occhiali e cappellino con visiera, e puntò una pistola, poi rivelatasi una scacciacani, contro il cassiere intimandogli di consegnare il denaro contenuto in cassa.

A mandare all’aria il suo piano, fu proprio la reazione di quest’ultimo che afferrò un coltello. Così, Stampete preferì desistere e scappare, ma la fuga non durò a lungo perché gli agenti delle volanti della questura di Lecce riuscirono comunque a individuarlo, attraverso l’accurata descrizione fornita dalla vittima e la visione dei filmati di videosorveglianza, e una volta rintracciato, lo accompagnarono nel carcere di “Borgo San Nicola”.

Durante l’interrogatorio di convalida, l’arrestato si assunse ogni responsabilità, scagionando la ragazza con la quale raggiunse il market (inizialmente indagata nello stesso procedimento, la sua posizione fu poi stralciata).

Dopo il confronto, il giudice Marcello Rizzo gli concesse gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, ma poi finì nuovamente in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

Non appena saranno note le motivazioni della sentenza (entro novanta giorni), l’imputato valuterà il ricorso in appello, attraverso l’avvocato Rita Ciccarese.

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