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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Melendugno

Terminale di ricezione Tap, quattro avvisi di garanzia per l'incidente probatorio

Il provevdimento notificato ai vertici dell'azienda in vista della perizia collegiale che dovrà stabilire l'eventuale unione dei progetti

LECCE – Sono quattro gli avvisi di garanzia notificati nell’ambito delle indagini sul progetto del gasdotto della Tap. Inchiesta riaperta dopo l’esposto presentato in Procura da otto sindaci (Melendugno, Calimera, Castri di Lecce, Corigliano d’Otranto, Lizzanello, Martano, Vernole e Zollino) e dal presidente del “Comitato No Tap”, Alfredo Fasiello. Il pubblico ministero Valeria Farina Valaori ha notificato il provvedimento a Michele Mario Elia, country manager di Tap per l’Italia; Claudia Risso, legale rappresentante della società; Gilberto Dialuce, direttore generale delle Infrastrutture energetiche presso il ministero dello Sviluppo economico; e alla società Tap. Per i primi tre sono ipotizzati i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di violazione della cosiddetta “Legge Seveso”, mentre a Tap è contestata la indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche come responsabilità amministrativa da reato.

Si tratta di un atto dovuto in virtù dell’incidente probatorio che sarà fissato per acquisire agli atti una perizia collegiale (cui secondo la Procura dovranno partecipare un esplosivista, un ingegnere impiantistico e un urbanista) che dovrà valutare se, come ipotizzato nell’esposto, i progetti della Tap e di Srg per la connessione alla rete nazionale, siano da considerarsi come unitari e non distinti. Ipotesi che andrebbe a influire sulla quantità di gas presente nel terminale di ricezione dell’infrastruttura che Tap indica in 48,6 tonnellate, rispetto a un limite per l’applicabilità della direttiva Seveso che è di 50. Con un’evidente prossimità di valori. L’unitarietà del progetto comporterebbe una diversa valutazione di impatto ambientale. Saranno dunque consulenti e periti a dover fare luce, una volta per tutte, su questioni tanto tecniche quanto delicate per la salute pubblica.

Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Andrea Sambati, Michele Laforgia, Maurizio Bartolotto e Fernando Musio.

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