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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Terzapagina. L'elezione di Papa Francesco, la "svolta" e le tifoserie virtuali

A poche ore dalla nomina di Bergoglio al soglio pontificio, è scontro sulla rete tra opposte fazioni di pensiero a colpi di citazioni e di teorie. Un "circo" virtuale giocato più sul tifo calcistico che sul desiderio di conoscenza

LECCE - Sarà che proprio ci si deve sentire dentro un'arena perenne, fatto sta che il tifo esce dalle mura dello stadio e contamina sempre più gli aspetti della vita politica, sociale, economica, perfino religiosa. È più forte di tutto evidentemente, quasi come un innato bisogno di "bipolarismo perfetto" da applicare ad ogni situazione. O si è di qua, o si è di là. Fa niente se questo schierarsi è spesso più una questione di moda che un processo interiore di elaborazione di una scelta convinta.

Prendiamo ad esempio tangibile l'evento che ha calamitato le attenzioni del mondo, ossia la recente elezione di papa Francesco al termine dell'ultimo Conclave. Nel mondo dei social e della notizia "liquida" anche giornalistica, sono bastati pochi minuti per vedersi fronteggiare due modelli di pensiero virtuale: quelli del "santo subito a prescindere" e i sostenitori del "retro pensiero ad ogni costo", quelli, per capirsi, che "sotto ci deve essere un complotto". Tempo netto, due minuti.

È vero che l'impressione, nella vita, ha il suo peso, ma beato sia chi in uno spazio così breve ha già intascato ed esaurito le risposte e sa definire ogni interlocutore. E così ecco giù pezzi sbalorditivi sul cardinale Bergoglio (descritto come umano, meraviglioso, unico, un santo) e sulle aspettative create intorno alla sua figura (cambierà la Chiesa, distruggerà la Curia, farà sposare i preti); e via ancora con elenchi del tipo "quest'uomo in 24 ore ha già realizzato tutte queste cose", raccogliendo ed esponendo dati, provando persino "sorpresa" dinanzi a gesti ordinari come pagare il conto dell'albergo (ci sarebbe da sorprendersi semmai se i predecessori non lo pagassero, ndr).

Dall'altra parte, ecco la "squadra avversa" scendere in campo con "circostanziate" dichiarazioni contro le donne, altre contro i gay, e con passi che attestano connivenze con il regime militare argentino, estrapolati da libri che probabilmente non si sono neanche letti. E chi più ne ha più ne metta. Il gioco, in fondo, è lo stesso: dimostrare sempre all'avversario virtuale di sapere qualcosa in più, di essere un passo avanti. Con lo stile spesso violento dell'informazione precotta e servita. Ma mai verificata.

Invece, in pochi minuti, c'era un mondo di "cronisti" diffusi e d'assalto, che facevano circolare informazioni spacciandole per "verità di fede" su cui doversi schierare, così, per principio. Attendibili o meno che siano le informazioni (sulla questione c'è stato un pensiero molto divergente tra intellettuali), ma l'argomento è secondario, sarebbe piuttosto giusto per una volta che fosse l'evento in sé la notizia, lasciando da parte le ragioni del tifo (una sorta di ossimoro). Ma forse è chiedere troppo. E allora, in questo quadro, se uno come Francesco d'Assisi fosse vissuto nell'era dei social, chissà come lo si sarebbe rappresentato (un arrivista travestito da povero?) .

Certo, è indubbio che l'impatto mediatico del papa, nel suo linguaggio e nella lettura di alcuni "segni" sia stata dirompente, ma logica vorrebbe, che, al di là delle letture suggestive e dell'attesa mossa da un fatto d'importanza storica, ci si muovesse nel terreno delle interpretazioni sfilandosi la sciarpa da ultrà. In questo hanno colpa i cosiddetti "vaticanisti" o commentatori ufficiali, che sembrano essersi nutriti più dei romanzi di genere che di conoscenze teologiche e storiche della materia che affrontano.

Conoscere, comprendere e contestualizzare. Perché se si conosce, si contestualizza e, quindi, si comprende meglio il senso vero o presunto di una svolta. Del resto, qualsiasi interpretazione prevede anche un proprio punto di partenza, un'aspettativa nei confronti di ciò che si osserva e che è oggetto di riflessione. E un evento lo si giudica positivamente o negativamente in base alle proprie attese: ma è davvero l'atteggiamento ideale?

Per fare un esempio concreto: chi si attende un sostanziale cambiamento della Chiesa sulla questione sessuale, non conosce e non "contestualizza" quello che è il solco di una tradizione millenaria su cui si inserirà il magistero del nuovo pontefice. Con la consapevolezza, peraltro, che chi è credente, lo sarà al di là delle divergenze di pensiero col magistero; chi credente non è, potrà guardare pure con l'interesse dell'osservatore esterno, ma non percependo quel messaggio come dinamicamente decisivo per la propria esistenza.

Quanto al modo di "collezionare" informazioni, sarebbe quanto mai opportuno una verifica delle fonti, concetto che non rimanda solo alla mera citazione, ma alla conoscenza del testo da cui si "estrapola" qualcosa. È un errore quest'ultimo in cui ogni tanto ricorre anche la carta stampata: solo qualche settimana fa, per citare un caso, è stata diffusa una notizia sul Salento come meta più amata dai turisti.

Naturalmente la corsa alla condivisione dell'ennesimo primato di questa terra è partita quasi subito, senza verificare chi fosse la fonte (non nominalmente, ma nella sostanza) e come, ad esempio, fossero stati raccolti i dati, che peso quantistico avessero. Eppure nel nome del tifo a prescindere per un Salento (anzi, lu Salentu) da cartolina, andava bene così.

Da questo punto di vista, l'elezione di papa Francesco ha è sicuramente portatrice di due buone notizie: per una volta, lu Salentu non c'entra nulla con un personaggio famoso; e i vaticanisti sono la risposta culturale ai sondaggisti: più che testo, fanno volume.   

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