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Cronaca

Tifosi accusati di aver fermato il treno, due testimoni: "Non erano sopra"

Udienza su quattro ultras del Lecce rinviata a ottobre, per sentire un vicequestore aggiunto e un sovrintendente della polizia di Stato che svolsero l'identificazione. Due testi della difesa sono certi che almeno tre degli accusati non fossero sul convoglio a Roma Tiburtina, nell'ottobre 2010

ROMA – Due testimoni chiamati a deporre della difesa sono sicuri: alcuni fra gli imputati non si trovavano a bordo di quel treno. L’udienza di questa mattina riguardava il caso di quattro tifosi del Lecce, accusati d’interruzione di pubblico servizio per un treno bruscamente fermato con un freno d’emergenza. Uno di loro è rientrato nel procedimento dopo che la sua posizione era stata precedentemente stralciata per difetto di notifica.

Il giudice Clementina Forleo ha rilevato che le deposizioni fossero in contrasto con quanto reso nell’udienza precedente da un agente della Polfer, ha ricordato ai i testimoni di essere sotto il vincolo del giuramento, così come fatto anche dal pubblico ministero nel controesame, ma i testi hanno confermato la loro versione. La vicenda riguarda una gara del Lecce in serie A (altre epoche…). Era il 30 ottobre di ben cinque anni addietro.

I testi hanno riferito che, dopo aver assistito alla gara disputata presso lo stadio “Olimpico”, salirono a bordo degli autobus riservati alla tifoseria giallorossa per essere trasportati alla stazione Tiburtina. Qui avrebbero dovuto prendere il treno delle 23,30 per Lecce, ma furono fermati dalla polizia per una vicenda riguardante il precedente lancio di petardi all’interno dello stadio.

Condotti in commissariato e identificati, arrivarono in ritardo. La biglietteria era chiusa e tentarono di comprare il tagliando presso lo sportello automatico. Intanto il treno stava per partire e tale circostanza indusse diversi tifosi a salire a bordo senza biglietto. La Polfer, però, li fece scendere. Proprio in quell’istante le porte del treno si chiusero e il convoglio iniziò a muoversi. Ma la corsa fu bruscamente interrotta da qualcuno che azionò il freno d’emergenza.

Gli agenti della Polfer notarono che quattro giovani tifosi del Lecce uscivano da uno scompartimento in tutta fretta per sedersi in quello adiacente. Tale movimento li insospettì. Decisero di fermarli e, dopo averli condotti fuori dal convoglio, li consegnarono alla polizia di Stato per la successiva identificazione.

Ma i testi nell’udienza di oggi hanno riferito che tre di quei ragazzi non si trovavano sul treno e del quarto non hanno saputo dire nulla. Per questo, il Tribunale di Roma ha ordinato l’audizione testimoniale di chi eseguì l’identificazione, un vicequestore aggiunto e un sovrintendente della polizia di Stato. All’udienza del prossimo 14 ottobre, gli avvocati difensori (Sergio Santese, Giuseppe Milli e Maurizio Memmo), potranno fare il loro controesame.  

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