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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Stagione sinfonica e di prosa, Toni Servillo leccese per due giorni

Autentico mostro sacro del cinema italiano, l'attore porterà sabato al Politeama Greco lo spettacolo "Sconcerto" di cui è protagonista e regista. Domenica, al Teatro Paisiello leggerà i più grandi poeti e scrittori di Napoli

 

LECCE - Era già stato il prestigioso ospite dell'edizione dello scorso anno del Festival del cinema europeo. A distanza di un anno, Toni Servillo torna a Lecce - sabato e domenica - per calcare il palcoscenico della stagione sinfonica, al Politeama Greco, e di quello del cartellone di prosa, al Teatro Pasiello. Nella prima occcasione presenterà la prima esecuzione di Sconcerto con la partecipazione del fratello Peppe, un raffinato evento poetico-musical-teatrale in programma anche a Brindisi giovedì 12 aprile al Nuovo Teatro Verdi.
 
A vestire i panni del direttore d’orchestra un sorprendente Toni Servillo, regista anche dell’opera con cui ha vinto il 51° Grand Prix come migliore attore al Festival Internazionale Mess 2011 di Sarajevo, che porterà in scena le parole del testo scritto da Franco Marcoaldi. Le musiche originali del compositore romano Giorgio Battistelli saranno eseguite dall’Orchestra Sinfonica di Lecce diretta da Marco Lena, con la partecipazione di Peppe Servillo.
 
Nato da un incontro di artisti, stili e linguaggi, Sconcerto è uno spettacolo, in cui il delirio verbale del “direttore d’orchestra” Servillo si riversa sui musicisti dell’orchestra e sul pubblico. “Un concerto acefalo e mancato”, racconta l’attore, “che dà voce al disagio morale, ideologico e politico di un paese che sembra ormai sotto narcosi”. Una cascata di parole e suoni, fra le macerie di una lingua dissestata, con echi da Montaigne e Gombrowitz, da Mahler e Kurt Weill, frammenti di telegiornale e onomatopee tratte dalla vita di ogni giorno. 
 
In scena compaiono un’orchestra e il suo direttore. Ma gli strumentisti suonano da soli, vanno per proprio conto. Il direttore non dirige alcunché. E’ preso da ben altri crucci e tormenti, a cominciare dal desiderio spasmodico di provare a mettere ordine nella propria testa, attraversata come un fiume in piena dai più diversi e contrastanti pensieri, sensazioni, emozioni, malumori e fantasie. Si succedono e si scontrano tra loro le parole spesso inservibili del passato con il linguaggio totalmente irrelato del presente. E da questo costante cortocircuito affiorano continui baluginii di commozione, coraggio, tenerezza, umorismo, indignazione, cui fanno immancabilmente seguito frustrazione, spaesamento, stallo, disillusione. 
 
La musica investe con la sua montante onda sonora questo doppio movimento della parola, a volte accompagnandola nel suo tragitto e indicandole una possibile via di uscita, altre contrapponendosi ad essa o addirittura negandola in toto. Quasi che soltanto la forma musicale possa ambire ad arrivare là dove non giunge un’espressione verbale in crescente affanno. Più che un personaggio, dotato di una sua precisa psicologia e di un’altrettanto precisa biografia, il direttore-attore risulta essere il pretestuoso ventriloquo dei nostri giorni. La sua voce e il suo corpo danno forma e sostanza a un gesto teatrale estremo, teso a collegare, per quanto ancora possibile, gli universi impersonali della poesia e della musica. 
 
Presentato con successo al Festival di Ravello nel 2010, Sconcerto ha al suo attivo decine di rappresentazioni al San Carlo di Napoli, al Parco della Musica di Roma, al Piccolo Teatro di Milano, al Festival Internazionale Mess 2011 di Sarajevo.
 
Per la stagione di prosa "Toni Servillo legge Napoli", domenica 15 al teatro Paisiello.
 
Domenica 15 aprile, alle ore 21, al teatro Paisiello di Lecce, andrà in scena lo spettacolo Toni Servillo legge Napoli. I testi sono di Salvatore Di Giacomo, Eduardo de Filippo, Ferdiando Russo, Raffaele Viviani, Mimmo Borrelli, Enzo Moscato, Maurizio De Giovanni.
 
Il grande attore rende omaggio alla cultura partenopea, immergendosi nella sostanza verbale di poeti e scrittori che di Napoli conoscevano bene la carne e il cuore. È il ritratto di una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, divisa fra l’estrema vitalità e lo smarrimento più profondo, una città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni. Ne emerge una fuga dalle icone più obsolete della napoletanità, ma insieme un bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura.
 
Testi:
Lassammo Fa' Dio, Salvatore di Giacomo
Vincenzo De Pretore, Eduardo de Filippo
A Madonna d'e' mandarine, Ferdinando Russo
E' sfogliatelle, Ferdinando Russo
Fravecature, Raffaele Viviani
A sciaveca, Mimmo Borrelli
Litoranea, Enzo Moscato
‘O vecchio sott'o ponte, Maurizio De Giovanni
Sogno napoletano, Giuseppe Montesano
Napule, Mimmo Borrelli
Primitivamente, Raffaele Viviani
‘A Livella, Antonio De Curtis (Totò)
 

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