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Cronaca

Presunta truffa milionaria fingendosi promotore, torna in libertà 45enne

Il gup ha accolto l'istanza dei legali del gallipolino accusato di truffa insieme ad una ex promotrice finanziaria del Monte dei Paschi di Siena. Insieme avrebbero raggirato clienti trattenendo somme date loro per essere investite sul mercato

LECCE – E' tornato nuovamente in libertà Carlo Cavalera, il 45enne gallipolino arrestato alcuni giorni fa su ordinanza del Tribunale del Riesame. Il gup Cinzia Vergine ha accolto l’istanza presentata dai legali dell’uomo, gli avvocati Biagio Palumbo e Angelo Pallara , che hanno messo in evidenza come non vi fossero esigenze cautelari (in particolare l'inesistenza del pericolo di reiterazione  e di inquinamento probatorio) a carico del loro assistito.

Le indagini nei confronti di Cavalera, infatti, sono state chiuse alcuni mesi fa ed è stata già avanzata una richiesta di rinvio a giudizio per cui è in corso un’udienza preliminare. Lo stesso pubblico ministero Elsa Valeria Mignone aveva espresso parere favorevole alla scarcerazione. Il Riesame aveva disposto la nuova misura (il 45enne era stato arrestato l’11 aprile e poi scarcerato a distanza di circa due settimane dallo stesso Tribunale della libertà) dopo che la Cassazione aveva riformulato le ipotesi di reato a carico dell’uomo.

L’inchiesta vede come protagonista, oltre a Cavalera, anche Anna Cacciatore, ex promotrice finanziaria della Banca Monte dei Paschi di Siena. I due sono accusati  di aver messo a segno una presunta truffa da un milione e 200mila euro ai danni delle vittime che gli avevano affidato i propri risparmi. Il gup Cinzia Vergine deciderà il prossimo 18 marzo sulla richiesta di patteggiamento a quattro anni di reclusione (più 300 euro di multa) avanzata da Anna Cacciatore.

Nella stessa data il giudice dovrà decidere sull’eventuale rinvio a giudizio dell’altro imputato. Cavalera, infatti, non ha chiesto alcun rito alternativo. Nella scorsa udienza il gup aveva accettato le richieste di costituzione di parte civile avanzate, fra gli altri, dagli avvocati Elvia Belmonte e Francesco Fasano. I legali hanno citato la banca Mps come responsabile civile. Respinta, invece, la costituzione di parte civile (nei confronti di Cavalera) per quattro familiari della Cacciatore.

La vicenda ha avuto inizio nell'autunno di due anni fa: in quel periodo la 35enne avrebbe spacciato Carlo Cavalera per il responsabile dell’Ufficio prodotti dell’istituto di credito toscano trattandolo, davanti ai potenziali investitori, come fosse il  suo coordinatore. In questo modo, i clienti sarebbero stati convinti a versare ingenti somme di denaro, con la promessa di ottimi ricavi. Tuttavia, anziché essere investito, quel denaro veniva invece trattenuto.

La Cacciatore, assistita dall’avvocato Francesca Conte, è accusata di calunnia, truffa, furto aggravato, appropriazione indebita ed esercizio abusivo dell’attività di promotore finanziario. Cavalera, invece, è accusato di truffa aggravata, furto e appropriazione indebita.

L’attività della coppia di presunti truffatori sarebbe durata circa tre anni, fino a quando, il 30 settembre del 2010, la polizia stradale rinvenne in una località del foggiano la Bmw X6 della donna, con all’interno quattro lettere indirizzate ad altrettanti destinatari, tra i quali spiccava proprio il nome di Cavalera. La Cacciatore fu poi rintracciata, poco distante, e raccontò agli investigatori di aver voluto tentare il suicidio perché pentita dei contanti sottratti alle vittime del raggiro.

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