"Traslochi", ma di marijuana: nel camion una tonnellata e mezzo
I finanzieri leccesi hanno fermato un uomo di Martina Franca e un albanese. Uscivano dal parco protetto di Torre Guaceto. Un breve inseguimento, poi il fermo e la scoperta che invece di mobili dentro era stipata droga in quantità
BRINDISI – Sul retro del furgone c’era una scritta: “Traslochi”. A ben vedere, non fa una piega. Di sicuro stavano traslocando qualcosa di voluminoso. Non mobili, però, ma oltre una tonnellata e mezzo di marijuana. Il trasferimento, però, non si sa verso quale meta finale, non è andato in porto. Su Marco Mastro, 40enne di Martina Franca e Sokol Nelaj, 32enne albanese, si sono fiondati come falchi i finanzieri leccesi. E i due non hanno avuto scampo.
Gli sbarchi di stupefacenti sono una sorta di emorragia inarrestabile. Appena il 2 ottobre, nel Canale d’Otranto, le vedette del Reparto operativo navale della guardia di finanza hanno bloccato tre albanesi di Valona che trasportavano 7 quintali di “erba”. Invano gli scafisti hanno provato a prendere velocità e distanziare gli inseguitori, anche gettando la droga in mare per alleggerire il gommone. Colti in flagranza prima ancora di toccare terra.
La droga sbarcata nel parco protetto
Questa volta, invece, la terra l’hanno toccata, i trasportatori clandestini che solcano di notte le acque salentine provenienti dal Paese delle Aquile. La droga era sicuramente sbarcata da poco. I trafficanti, fuggiti via mare. Ma il Nucleo di polizia tributaria delle "fiamme gialle" di Lecce, reparto comandato dal tenente colonnello Nicola De Santis, è riuscito a intercettare comunque il carico in strada, prima che si volatilizzasse verso chissà quale altra zona d'Italia.
Tutto è avvenuto nella notte fra domenica e lunedì, quando una pattuglia ha notato sulla litoranea di Brindisi un Fiat Iveco piuttosto grosso uscire da una stradina del Parco nazionale di Torre Guaceto. Davvero una strana visione, visto l’orario e il fatto che si tratti di una zona protetta, e uindi inaccessibile. Piuttosto, un po’ come l’oasi delle Cesine, fra Lecce e Vernole, uno dei luoghi preferiti per gli sbarchi di grossi carichi di sostanze stupefacenti e, alle volte, anche di armi e munizioni provenienti dai Balcani.
L'inseguimento dura poco: fermati in due
Non è sfuggita ai finanzieri la scritta sul retro, “Traslochi”, chiaro tentativo di eludere eventuali controlli in strada. Gli uomini a bordo, forse adocchiata a loro volta la pattuglia dei finanzieri, hann accelerato per immettersi in tutta fretta sulla strada statale 379, in direzione di Bari.
L’inseguimento è stato breve. Alla fine il camion è stato fermato. Alla guida c’era l’uomo della provincia di Taranto, l’albanese era accanto, sul sedile del passeggero. E nel vano di carico, i militari hanno trovato numerosi involucri assicurati con nastro isolante e cellophane, contenenti marijuana. Sessantatré colli in tutto, per mille e 537 chilogrammi. Uno dei carichi più ingenti degli ultimi tempi. Tutto posto sotto sequestro. I due corrieri sono stati trasferiti presso la casa circondariale di Brindisi.