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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Porto Cesareo

Presunti abusi nel lido, chiesta assoluzione per parte degli imputati

Corretto il tiro per i funzionari comunali che firmarono le carte e per l’allora direttore dell’ufficio operativo della Soprintendenza. Invocata condanna per gli altri, fra cui i titolari

LECCE – Si avvia alle battute finali il processo scaturito da alcuni presunti abusi nel noto lido balneare Bahia del Sol di Torre Lapillo, marina di Porto Cesareo.

Le posizioni al vaglio sono quelle di: Augusto Ressa, tarantino di 68 anni, già direttore dell’ufficio operativo della Soprintendenza di Taranto; Rosato Vantaggiato, 67 anni, di Porto Cesareo, tecnico progettista; Paolo Stefanelli, 65 anni, di Lecce, nelle vesti di dirigente del settore IX dell’Ufficio tecnico del Comune di Porto Cesareo; Fabrizio De Pace, 44 anni, di Porto Cesareo, e Pietro Viva, 45 anni, di Porto Cesareo, in qualità di tecnici istruttori del Comune; Maria Stefania Mangialardo, 42 anni e il fratello Luca Giuseppe, di 47, entrambi di Copertino, titolari della società che gestisce lo stabilimento balneare ; Fabio Martina, 50 anni, di Leverano, titolare della ditta Art Legno esecutrice dei lavori; Luigi Verardi, 53 anni, di Racale, direttore dei lavori. 

La novità, rispetto alle prime battute del procedimento, riguarda il fatto che il pubblico ministero Paola Guglielmi abbia chiesto l’assoluzione per i funzionari comunali che firmarono a suo tempo l’autorizzazione paesaggistica e il permesso di costruire, nonché per l’allora direttore dell’ufficio operativo della Soprintendenza di Taranto che rilasciò il parere favorevole. All’esito degli approfondimenti processuali, infatti, titoli e pareri non potrebbero ritenersi affetti da illegittimità. La condanna è stata richiesta, invece, per gli altri imputati.

Le discussioni di accusa e difesa si sono svolte nella mattinata. Il processo verte su presunti abusi legati alla realizzazione di alcuni interventi edilizi nell’area di pertinenza dello stabilimento balneare: area solarium, parcheggio e recinzioni realizzati nel corso del 2015. Nell’imputazione la Procura contestava l’intrinseca illegittimità dei titoli abilitativi rilasciati dai tecnici del Comune di Porto Cesareo e dalla Soprintendenza, nonché una serie di difformità esecutive che avrebbero comportato in particolare lo sbancamento di una duna.

Secondo l’accusa le opere sarebbero risultate in contrasto con il Pptr approvato quello stesso anno dalla Regione Puglia, nonché con i vincoli gravanti sull’area; e questo nonostante l’acquisizione di tutti i pareri prescritti, ritenuti non utilmente invocabili perché, secondo quanto sostenuto, non corretti. Dopo una lunga istruttoria dibattimentale, nell’udienza di oggi è stato però corretto il tiro, con la richiesta di condanna dei soli proprietari del lido, del progettista, del direttore dei lavori e del titolare dell’impresa esecutrice.

È seguita la discussione dei difensori delle parti, l’avvocato Antonio Quinto per conto dell’ingegner Paolo Stefanelli, dirigente dell’Utc di Porto Cesareo e firmatario degli assensi rilasciati, gli avvocati Antonio Scalcione e Cosimo D’Agostino per il geometra Fabrizio De Pace, tecnico istruttore, l’avvocata Addolorata Flores per il geometra Pietro Viva, gli avvocati Viola Messa e Antonio Romanello per il progettista, architetto Rosato Vantaggiato, gli avvocati Angelo Vantaggiato, Giuseppe Romano, Pierluigi Portaluri e Giulio De Simone per i proprietari, il direttore dei lavori e l’impresa esecutrice, che hanno concluso tutti per l’assoluzione dei rispettivi assistiti.

Il processo è stato quindi rinviato al 30 gennaio prossimo per la sola discussione dell’avvocato Eligio Curci, difensore dell’allora direttore della Soprintendenza di Taranto, l’architetto Augusto Ressa, impossibilitato a comparire quest’oggi in aula. Il 30 gennaio sarà anche emessa la sentenza.  

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