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Cronaca

Torre Veneri: negative le analisi sull’uranio, resta il nodo inquinamento dei fondali

L'Ispra avrebbe escluso tracce del letale metallo. La Procura sta indagando sull'eventuale gestione non autorizzata dei rifiuti, soprattutto sui fondali pieni di materiale inerme. Lecce Bene Comune vuole un parco al posto del poligono

FRIGOLE (Lecce) – Di uranio impoverito tracce significative a Torre Veneri non ce ne sono. Lo avrebbe certificato l’Ispra – Istituto superiore per la protezione e la ricerca dell’ambiente – dopo l’esame dei campioni inviati dalla Procura di Lecce che, sul poligono militare, ha aperto un fascicolo per attività di gestione rifiuti non autorizzata.

L’inchiesta è partita sulla base degli esposti dell’associazione Lecce Bene Comune che, da tempo, si sta occupando dell’area che è stata visitata nel corso della passata legislatura anche dei membri della commissione parlamentare (il presidente era il salentino Rosario Giorgio Costa) sull’utilizzo dell’uranio impoverito: nella relazione di fine mandato si mette nero su bianco il pericolo di inquinamento ambientale, anche da metalli pesanti, dovuto alla mancata attività di bonifica dopo le esercitazioni.

Con il verdetto degli scienziati dell’istituto, anticipato da indiscrezioni di stampa, si conferma l’esito dei rilievi dell’Agenzia regionale per l’ambiente, che per due volte – nel 2017 e nel 2010 – ha effettuato dei prelievi. Ma, come si sottolinea in un comunicato diffuso questa mattina da Lecce Bene Comune, le indagini affidate al sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone vertono sull’eventuale gestione non regolare dei rifiuti prodotti in cinquant’anni di ininterrotta attività militare. L’associazione prende atto con sollievo dello scampato pericolo, ma la questione principale dell’inquinamento e della gestione del materiale inerte resta in tutta la sua graivtà.

La presenza di bossoli, bersagli, proiettili e penetratori sui fondali dello specchio d’acqua antistante il poligono è stata documentata con immagini già rese pubbliche. Nel corso degli anni, inoltre, intenso è stato il traffico di metalli recuperati nel mare da parte di sommozzatori clandestini per essere rivenduti sul mercato nero.

“La questione uranio impoverito era ed è solo un legittimo ulteriore dubbio che ci auguriamo la conclusione delle indagini possa dissipare. Nulla viene meno con le odierne novità per tutto il resto” precisano Gabriele Molendini e Carlo Salvemini, che è anche il consigliere comunale che ha promosso l’organizzazione di un’assise cittadina monotematica, l’8 marzo, alla quale hanno partecipato i vertici militari.

A tal proposito continua l'impegno di Lecce Bene Comune, che martedì 17 alle ore 18,30 nella piazza Bertacchi di Frigole ha organizzato un momento di informazione e confronto con la comunità locale dal titolo: "Torre Veneri da Poligono a Parco". Saranno ospiti la vice presidente della Regione Puglia, Angela Barbanente e Cesare Veronico, presidente dell'ente Parco dell'Alta Murgia (situazione simile a quella di Terre Veneri).  Nel corso della serata verrà proiettato il video “Torre Veneri - Inquinamento di Stato” che racconterà la storia di anni di attività di esercitazioni a fuoco, della compromissione di un' un'area naturalistica importante e riporterà immagini inedite dei fondali e testimonianze dei recuperatori clandestini.

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