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Cronaca

Il tradimento, poi l’aggressione e le minacce: condannato l’ex convivente

Emessa la sentenza nel processo che vedeva al banco degli imputati per maltrattamenti in famiglia, un 39enne del basso Salento. La giudice gli ha inflitto due anni di reclusione

LECCE - Si è concluso con la condanna a  due anni di reclusione il processo nei riguardi di un 39enne residente in un comune del basso Salento, accusato di maltrattamenti in famiglia. La sentenza è stata emessa nei giorni scorsi dalla giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce Cinzia Vergine che ha riconosciuto anche il risarcimento del danno per 8mila euro in favore della ex convivente, parte civile con l’avvocato Ubaldo Macrì.

E’ dalla denuncia di quest’ultima che ha preso il via l’inchiesta. Nell’atto, la donna aveva ripercorso il turbolento rapporto con l’uomo con il quale aveva intrapreso una relazione sentimentale e aperto una rosticceria. In seguito, però avrebbe scoperto che il convivente, oltre a fare uso di cocaina che avrebbe acquistato da alcuni clienti del locale, aveva anche un’amante.

Le cose sarebbero dunque precipitate al punto che l’uomo per impedirle di riferire ad altri queste circostanze, a partire dal 2015, l’avrebbe aggredita in più occasioni. In una in particolare, l’avrebbe spinta facendola cadere in un bidone della spazzatura posizionato nell’attività commerciale.

“Ti taglio la testa… So che sei andata a vivere in casa dei tuoi… So dove abiti… Io sono pazzo…la testa non mi accompagna”: queste alcune delle minacce che sarebbero state rivolte alla malcapitata.

Non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza (entro sessanta giorni), l’imputato valuterà, con il suo avvocato Francesco Vergine, il ricorso in appello.

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