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Cronaca Ugento

Traffico e spaccio di cocaina e marijuana a Ugento: sono 25 gli indagati

Chiusa l’inchiesta della Procura Antimafia sul gruppo accusato di aver gestito il mercato della droga, avvalendosi dell’uso delle armi e utilizzando metodo mafioso, tra il 2018 e il 2019

UGENTO - Sono stati notificati nei giorni scorsi gli avvisi di conclusione delle indagini su un’associazione a delinquere che avrebbe fatto affari con il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti a Ugento, e nei paesi vicini, avendo disponibilità di armi, e a capo della quale ci sarebbe stato Vincenzo Minicozzi, 32enne ugentino.

Oltre a lui, l’atto emesso dalla Procura Antimafia di Lecce, ha raggiunto le 12 persone che insieme al presunto boss furono destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla giudice Simona Panzera e le altre 12 indagate a piede libero.

Si tratta di: Cristian Angelo Pierri, di 22 anni; Emanuel Giuseppe Pierri, di 25; Cosimo Luigi Catino, di 30 anni; Matteo Congedi, 37 di Ugento; Daniele Deiana, 30. Tutti di Ugento. Luigi Petrachi, 46 anni, e Radames Trianni, 30, di Torre San Giovanni; Pasquale Preite, 68, di Ugento; Katriel Scarcella, 23anni, e Michele Scarcella, 65, di Ugento; Annalisa Molle e Miriam Trianni, rispettivamente 29enne e 21enne, anche queste ugentine.

E ancora: Antonio Bleve, 45enne di Alliste, domiciliato a Ugento; Diego Antonio Caputo, 26enne di Melissano; Salvatore Caputo, 44enne di Melissano; Salvatore De Gaetani, 38enne di Ugento; Alessio Forte, 29enne di Ugento; Marco Manco, 33enne di Ugento; Fulvio Monsellato, 65enne di Ugento; Angelo Pizzi, 36enne di Ugento; Christian Ponzetta, 29enne di Melissano; Anselmo Antonio Trianni, 51enne di Torre San Giovanni (marina di Ugento); Silvia Urso, 36enne di Ugento. Fra i destinatari dell'avviso compare anche il nome di un 79enne di Ugento che, però, nel frattempo è deceduto. 

Nonostante l’aggravante del metodo mafioso fosse stata esclusa dalla gip che autorizzò gli arresti lo scorso novembre, la Procura ha tenuto il punto, confermandola.

Come detto, secondo gli inquirenti, al vertice del sodalizio ci sarebbe stato Minicozzi e il suo uomo di fiducia sarebbe stato Emanuel Giuseppe Pierri. Questo avrebbe partecipato all'attività di approvvigionamento della sostanza stupefacente, organizzato quella di spaccio, riportando le direttive imposte dal capo ai partecipi, adottato le decisioni relative alla individuazione di nuovi pusher, ceduto lui stesso droga e  svolto anche il ruolo di "esattore" per recuperare i crediti, anche impiegando metodi violenti ed intimidatori e controllando la raccolta dei proventi delle vendite.

Tra i componenti del gruppo, inoltre, ci sarebbero stati: Radames Trianni, Miriam Trianni, Annalisa Molle, Cosimo Luigi Catino, Matteo Congedi, Cristian Angelo Pierri, Luigi Petrachi.

A tutti gli altri coinvolti nello stesso procedimento sono contestati, a vario titolo episodi di spaccio, estorsioni, violenza privata, detenzione abusiva di armi, mentre ai due Scarcella, in particolare, è contestata l’accusa di lesioni aggravate dal metodo mafioso perché sono ritenuti responsabili di una violenta aggressione con calci, pugni e pistole, avvenuta il 13 aprile 2019 a Ugento.

Ora che è stata chiusa l’inchiesta, gli indagati avranno venti giorni di tempo per difendersi, chiedendo per esempio di essere interrogati o presentando memorie, attraverso gli avvocati: Paolo Cantelmo, Biagio Palamà, Mario Coppola, Laura Minosi, Rocco Vincenti, Ezio Garzia, Francesca Conte, Francesco Fasano e Laura Petrachi.

Poi, il pubblico ministero valuterà se chiedere il processo per tutti o solo per alcuni di loro.

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