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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Porto Cesareo

Tragedia nel cantiere: crolla un solaio, muore 49enne

A perdere la vita, questa mattina, un operaio 49enne di Veglie, Claudio Liaci. La tragedia alle spalle della masseria "Curti Russi", in zona di Porto Cesareo, durante alcuni lavori di demolizione

PORTO CESAREO - Ennesima tragedia del lavoro, questa mattina, all'interno di un cantiere. A perdere la vita, un operaio 49enne di Veglie. Si chiamava Claudio Liaci. Purtroppo, quando sono arrivati i soccorsi, per lui non c'era davvero più niente da fare. L'uomo è deceduto sepolto sotto una cascata di pietre, a causa del cedimento di un solaio. Il corpo è stato liberato dai vigili del fuoco e consegnato, ormai senza vita, ai sanitari del 118. Inutili i tentativi di rianimazione, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La tragedia è avvenuta questa mattina, intorno alle 9,20, in un'abitazione privata alle spalle della masseria "Curti Russi", un noto agriturismo che sorge nei pressi della provinciale che collega Leverano a Porto Cesareo, a quasi un chilometro dal mare.

Proprio qui dietro, in zona Ingegna, erano in fase di svolgimento alcuni lavori di demolizione. Purtroppo, per motivi che sono ora al vaglio degli inquirenti, un solaio, cedendo, ha letteralmente travolto l'operaio 49enne di Veglie. Morto praticamente sul colpo. Sono stati i suoi colleghi a chiamare i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Porto Cesareo, oltre al 118 ed ai vigili del fuoco, e a personale dello Spesal. Spetterà a questi ultimi, vagliare se nel cantiere siano state rispettate tutte le norme di sicurezza. Per ora, solo l'amara consapevolezza che ancora una volta un lavoratore ha perso la vita per guadagnarsi il pane quotidiano.

Bellanova: "La strage infinita della guerra permanente per il lavoro

LECCE - "E' una strage infinita. Ancora un'altra persona, uscita di casa questa mattina per andare a guadagnarsi di che sfamare sé e la propria famiglia non vi farà più ritorno. Oggi a Porto Cesareo, ieri a Milano, Bologna e Rimini. In Italia si continua a morire di lavoro". L'amaro commento è di Teresa Bellanova, parlamentare del Partito democratico. Che dice: "Le cause, e quindi le ‘colpe', sono diverse: la fame di lavoro, che sempre più spesso costringe i lavoratori ad accettare anche situazioni al di fuori di ogni più elementare criterio di sicurezza; dalla crisi alla globalizzazione, che spingono fino al punto da sacrificare diritti e vite umane sull'altare della ‘produttività'; l'indebolimento di una legislazione rigida, dopo lo smantellamento del testo unico, elaborato dal governo Prodi, ad opera di questo governo; la mancanza di una vera e propria cultura della sicurezza sul lavoro, che sia ben radicata in tutta la società, nessuno escluso".

"Soltanto ad agosto scorso, il ministro Tremonti - ricorda Teresa Bellanova - definiva la sicurezza sul lavoro ‘un lusso che non possiamo più permetterci'. Il ministro Sacconi, oggi, dice che nei prossimi giorni se ne occuperà. Intanto, 1080 famiglie nel 2010, tre ieri ed una, di Veglie, piangono la scomparsa di un proprio caro. Vittime di una guerra permanente, quella del lavoro, che si continua a combattere giorno dopo giorno, e che giorno dopo giorno continua a seminare dolore e disperazione, avvolta nel più desolante dei silenzi".

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