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Cronaca

Trasporti, una giornata nera: disagi su treni e aerei

Da Roma a Lecce, viaggiatori e passeggeri hanno vissuto una giornata da incubo. L'espresso dalla Capitale fermo nella notte ad Eboli per un guasto al locomotore. Grossi problemi anche in aeroporto

I disagi volano sui cieli e corrono sulle tratte ferroviarie. Da Roma a Lecce, viaggiatori e passeggeri hanno vissuto una giornata da incubo, iniziata ieri sera e conclusa solo in tarda mattinata. Ma andiamo con ordine. L'espresso Roma-Lecce, in partenza dalla capitale alle 20,50, nella notte si è fermato nel territorio di Eboli, parafrasando e per nulla con toni sarcastici, il titolo del libro di Carlo Levi, a causa di un guasto al locomotore, accumulando un incredibile ritardo di oltre 4 ore e mezzo.

Solo alle 14 il convoglio è arrivato a Lecce, con notevoli disagi per gli oltre 200 passeggeri stipati nelle otto carrozze. Giunti al capolinea, gli sfortunati passeggeri hanno dato libero sfogo alla propria rabbia accumulata in oltre 16 ore di viaggio con uno stravolgimento rispetto alla consueta tabella di marcia. I disagi però si sono verificati anche su uno dei quattro aerei dell'Alitalia in partenza da Roma nella serata di ieri e sbarcato a Brindisi solo questa mattina.

"Un'autentica disavventura", riferisce il dottore Achille Carcagnì, "iniziata alle 21,30 di ieri sera". "Dovevamo imbarcarci sul Roma-Brindisi, ma l'aereo non è partito, causa un forte temporale" sbotta il signor Carcagnì, raggiunto telefonicamente che ci ricostruisce quanto successo con dovizia di particolari. "Con noi anche bambini, rimasti fino alla mezzanotte privi di alcuna assistenza". "Ale 24, siamo saliti su un pulmino convinti di poter finalmente partire, ma arrivati davanti all'aereo, abbiamo trovato le scale chiuse e il comandante ha anche chiesto chi ci avesse accompagnato". "Tra l'altro", sottolinea Carcagnì, "il pilota ha riferito di non avere nè il rifornimento di gasolio nè il piano di volo. Successivamente molta gente si è riversata in mezzo alla pista, mentre un caposcalo inveiva chiedendoci chi ci avesse portato lì".

Per Carcagnì, "una farsa, un autentico fumetto". "Risaliti sul pullman, siamo stati riaccompagnati nelle sale d'attesa con la promessa che sarebbe stato attivato un altro volo" . "Illusioni disattese", sottolinea il signor Carcagnì. "Dall'1 fino alle 3,30, nessuno ci ha dato alcuna indicazione. Sapevamo solamente che stavano cercando un albergo in cui farci trascorrere la notte. Solo dopo le 3,30 siamo stati chiamati e trasportati nel piazzale antistante l'aeroporto insieme ad altri tre gruppi di altrettanti voli rimasti congelati", (Roma-Lamezia Terme, Roma-Verona, Roma-Trieste). In totale 200 persone sdoganate solo alle 4 davanti ad un hotel. Il signor Carcagnì riprende il filo del discorso: "Abbiamo avuto giusto il tempo per effettuare il check-in.

L'ultimo cliente ha preso stanza solo alle 5,15 e appena un'ora dopo l'ha dovuta lasciare per ritornare in aeroporto e poter finalmente partire solo alle 9,30 di questa mattina. Dulcis in fundo, la ciliegina sulla torta: "Come se non bastasse", riferisce il portavoce, "i bagagli di una ventina di passeggeri non erano stati imbarcati e un nostro "collega" a Roma ha presentato una denuncia presso la stazione di polizia dell'aeroporto. Nelle intenzioni dei passeggeri ci sarebbe l'intenzione di formare una class action e impugnare la denuncia per una rivalsa collettiva.

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