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Cronaca

Tre lavoratori Securpol rimasti fuori dall'appalto. Usb sollecita Asl

Nel passaggio di ditte per il servizio di vigilanza armata, negli elenchi non compaiono tre nomi. Domani nuova riunione in prefettura con sindacati e aziende

LECCE – Nel passaggio di ditta sull’appalto di vigilanza armata della Asl mancano tre persone. Dopo anni di proteste e scioperi da parte dei lavoratori a causa dei mancati pagamenti da parte di Securpol Security – circostanza che aveva spinto i sindacati a richiedere la revoca della licenza per l’istituto - l’azienda sanitaria locale nel mese di novembre 2016 ha preso in mano la situazione. Così, in seguito alla procedura negoziata indetta con avviso pubblico dalla Asl, il servizio svolto nei vari presidi ospedalieri è stato aggiudicato dalla società cooperativa di Veglie “Ggs”.

Come da prassi, la società uscente ha fornito gli elenchi del personale destinato a rimanere sull’appalto ma all’appello – fa notare il sindacato Usb – mancano, appunto, tre nominativi. Anche i due tavoli che si sono tenuti presso la sede leccese dell'ispettorato del lavoro tra le organizzazioni sindacali, Securpol, Ggs ed Asl, necessari a completare la procedura per il passaggio delle guardie giurate nella ditta subentrante, si sono conclusi con un nulla di fatto. Le parti in gioco non hanno raggiunto un accordo e Securpol ha comunicato i nomi di 31 lavoratori, quando ne servirebbero 34 alla Asl per garantire il servizio messo a gara.

“L’istituto di vigilanza non ha rispettato le procedure previste dal contratto nazionale di lavoro in tema di cambio d’appalto – denuncia Usb – e, da parte sua, Ggs ha dichiarato di voler assumere unicamente le 31 persone indicate. A questo punto, al di là dei numeri che pure sono importantissimi, ci chiediamo che criteri abbia adottato Securpol nel fornire i nominativi”.

"La prassi e le normative vigenti prevedono che, preliminarmente, vi sia un accordo ed un confronto tra l’impresa cessante e le organizzazioni sindacali, al fine di garantire la massima trasparenza delle operazioni – spiega il referente Gianni Palazzo - . Se questo fosse avvenuto, certamente non sarebbe passato nel silenzio più assoluto il fatto che un iscritto al nostro sindacato, licenziato da Securpol e reintegrato con una sentenza di accoglimento totale, sia rimasto escluso dalla famosa lista”.

Al tribunale del lavoro si erano peraltro rivolti due altri iscritti di Usb: “Anche loro, ingiustamente licenziati da Securpol ed in attesa di giudizio, non sono stati inclusi negli elenchi dell’appalto Asl”.

Il sindacato, per risolvere l’impasse, chiede ora un intervento risolutivo ai direttori di via Miglietta: “La Asl deve far rispettare da Ggs l'impegno assunto nel momento in cui si è aggiudicata la gara che prevede l’inserimento di 34 vigilantio; diversamente dovrebbe procedere ad affidare l'incarico alla ditta classificatasi seconda nella graduatoria, dichiarando la prima inadempiente in merito alle condizioni di esecuzione".

Le parti terranno un incontro domani mattina presso la prefettura di Lecce per venire a capo di quest’ammanco. In quella circostanza, aggiunge Usb, il prefetto “deve farsi garante del corretto svolgimento delle procedure perché non si pregiudichino i diritti dei lavoratori”.

“Certamente non smetteremo di lottare per la difesa dei diritti di tutti i lavoratori e per coloro i quali, in questo momento, si trovano in una situazione di particolare debolezza” annuncia Gianni Palazzo che non ha mai fatto sconti all’istituto Securpol Security, denunciando presunte e ripetute situazioni di irregolarità, come turni “massacranti” e mancato rispetto dei riposi.

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