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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Botte alla ex e cimici ambientali per controllarla: a processo un 55enne

L'uomo è un leccese residente a Treviso. La vittima, 32enne. Dalla loro lunga, ma tormentata, relazione, nato anche un figlio. La perseguitava, eroso dalla gelosia

TREVISO – “Guardate, questa è la t... di Treviso”, avrebbe commentato in un video realizzato con il suo smartphone, riprendendo la donna sotto la doccia. E fosse stato “solo” questo. Già, perché a offese, intromissioni nell’intimità, appostamenti, minacce e percosse - insomma - tutto il corollario del perfetto stalker violento, avrebbe aggiunto persino altro: cimici audio installate segretamente in alcuni ambienti di casa, per captare le conversazioni. Per tutto questo, ora, un 55enne di Lecce, ma da tempo residente a Treviso, è finito sul banco degli imputati per atti persecutori e lesioni personali aggravate. Il processo si è aperto oggi davanti al giudice Leonardo Bianco.

A raccontare la vicenda è un servizio di TrevisoToday. Vittima, una donna 32enne, di origine straniera. Lunga la relazione con il 55enne leccese, tanto che con la donna, nel 2013, ha avuto anche un figlio. Nel tempo, però, il rapporto fra la coppia si è incrinato e questo, a quanto pare, proprio per i comportamenti dell’uomo. Fino all’interruzione della convivenza, voluta da lei, nel febbraio del 2018. Una decisione che il 55enne, morbosamente geloso, deve aver preso molto male, tanto da iniziare a perseguitare la 32ennne con minacce, anche di morte, telefonate e messaggi ingiuriosi, appostamenti e botte, che sarebbero state inflitte in più occasioni.

Nonostante una prima denuncia, per quieto vivere, e in attesa che lui lasciasse l’appartamento in affitto a Treviso, in cui viveva anche la sorella del 55enne, sarebbero rimasti sotto lo stesso tetto, per quanto separati in casa. Una situazione protrattasi con molta difficoltà fino all’inizio dell’estate di quell’anno. “Smettila di parlare di me, non serve che tu dica alla tua famiglia come stanno le cose”, è invece il contenuto delle telefonate che, una volta andatosene, avrebbe fatto alla ex. La quale, a un certo punto, avrebbe persino trovato, dietro a un mobile, una cimice ambientale che si presume installata dal suo ex.

Le aggressioni fisiche sono state certificare da vari accessi al pronto soccorso, con diagnosi quali distrazione del rachide cervicale, escoriazioni al collo ed ecchimosi. E, nonostante un provvedimento del gip di Treviso, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento alla vittima, il leccese avrebbe continuato a pedinare la ex fino al luogo di lavoro e sotto l’abitazione. Fino a una seconda denuncia nei suoi confronti e, ora, al processo.

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