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Cronaca

Tribunale: "Disinfestazione o... ricorso all'autorità"

La segreteria nazionale della Confsal-Unsa prende posizione sul caso e chiede l'immediata disinfestazione di tutto lo stabile che ospita il Tribunale. "O chiederemo la sua chiusura per inagibilità"

Pidocchi e persino insetti non meglio identificati. Si sa: certe specie tendono alla metamorfosi per resistere ai ritrovati. E ora il caso del tribunale tempestato dai vermi arriva all'attenzione del sindacato nazionale dei lavoratori giudiziari. "Dalla nostra struttura regionale Confsal-Unsa-Giustizia e dalla Rsu presso il Palazzo di Giustizia di Lecce è giunta all'attenzione di questo Coordinamento Nazionale una denuncia circa la grave situazione sanitaria in cui versano gli uffici giudiziari di quel capoluogo", scrive il segretario nazionale Massimo Battaglia.

"In detta denuncia - ricorda -, così come già segnalato dalle strutture territoriali di questa organizzazione sindacale al sindaco ed al presidente della Corte di appello, nonché agli organi di stampa locali, si fa esplicito riferimento alla presenza di pidocchi, cimici ed insetti vari che, soprattutto con il ritorno di temperature più calde, si ripresenta puntualmente ogni anno". E in effetti il caso ritorna con la bella stagione con la stessa regolarità di un treno svizzero. Anche per questo motivo la situazione "non è più tollerabile, a causa delle pessime condizioni lavorative in cui si trovano ad operare moltissimi dipendenti, oltre che per un discorso più generale di sanità pubblica", tuona Battaglia.

Per questo motivo la Confsal-Unsa-Giustizia ha scritto al sindaco di Lecce, all'Asl, al presidente della Corte d'appello del capoluogo salentino, ma anche al procuratore generale presso la stessa Corte, al presidente del Tribunale di Lecce e al Procuratore della Repubblica, indirizzando la missiva per conoscenza al ministro della Giustizia Angelino Alfano al capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria Claudio Castelli, al direttore generale del personale e della formazione del ministero Carolina Fontecchia, chiedendo che tutti, "per la parte di rispettiva competenza, pongano in essere ogni iniziativa utile alla immediata disinfestazione di tutto il Palazzo di Giustizia di Lecce". Insomma, un aut-aut per una soluzione definitiva al problema. In caso contrario, potrebbero essere attuate "azioni a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori giudiziari, anche le più clamorose, non escludendo il ricorso all'autorità giudiziaria con richiesta di chiusura per inagibilità, dal punto di vista igienico-sanitario, dell'intera struttura. Infatti - cnclude Battaglia -, se è pur vero che il cittadino ha diritto ad un "servizio giustizia" rapido ed efficiente, è altrettanto vero che i dipendenti non possono e non devono essere costretti ad operare fra pidocchi e sporcizia varia".

Nei giorni scorsi il Comune, per la verità, aveva già preso alcuni provvedimenti. "Abbiamo constatato che il problema esiste - aveva spiegato l'assessore all'Igiene Alfredo Pagliaro -, ma che forse è contenuto rispetto agli allarmismi di questi giorni", annunciando "la pulizia e alla disinfestazione degli ambienti interessati dalla presenza degli insetti. E' chiaro - aveva aggiunto - che molto dipende dai nidi dei piccioni sui balconi esterni, ma anche da abitudini sbagliate che riguardano l'accatastamento dei faldoni lungo i corridoi o la presenza di attrezzature in disuso che agevolano il proliferare degli insetti". Questo accadeva l'11 giugno, dopo l'incontro con il presidente della Corte d'appello di Lecce Umberto Pagano, al quale l'assessore aveva assicurato la massima disponibilità dell'amministrazione comunale sul problema igiene, prospettando il piano immediato di interventi. Ora questa presa di posizione del sindacato nazionale riapre i termini del discorso.

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