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Cronaca Tricase

Pug, incarico senza gara al Politecnico di Bari: il Comune di Tricase fa marcia indietro

Davanti al Tar l'amministrazione, dopo ricorso degli Ordini di ingegneri e architetti, ha depositato una delibera per revocare l'incarico assegnto. Ma è stata comunque richiesta una pronuncia dei giudici per le spese di giudizio. La vicenda richiama il precedente di Lecce e dell'università di Genova

LECCE – Forse non se lo aspettava nessuno. Di certo, ha fatto rumore quanto avvenuto davanti ai giudici del Tar di Lecce. Il Comune di Tricase, infatti, ha depositato una delibera per revocare l’incarico assegnato al Dipartimento d’ingegneria del Politecnico di Bari per fornire supporto alla redazione del Piano urbanistico generale.

Di fatto, una decisione che si può leggere, e neanche tanto fra le righe, come un riconoscimento dell’illegittimità dell’affidamento, così come lamentato dall’Ordine degli ingegneri. Il quale, però, non si accontenta di quella che potrebbe già suonare come una vittoria delle proprie ragioni. E, assistito dall’avvocato Pietro Quinto, ha insistito per ottenere una sentenza da parte dei giudici. Questo anche per avere una pronuncia sulle spese di giudizio. Il Tar salentino ha trattenuto la causa, riservandosi di depositare una sentenza nei prossimi giorni.

Erano ben due i ricorsi presentati. L’altro era dell’Ordine degli architetti, difeso dall’avvocato Adriano Tolomeo. Oggetto del contenzioso, una delibera con la quale la Giunta di Tricase aveva affidato senza gara l’incarico professionale al Dipartimento di Ingegneria del Politecnico. Di fatto, non consentendo ai tecnici iscritti all’Ordine di poter partecipare alla selezione.

“Abbiamo difeso con forza, così come fatto in altre occasioni, le ragioni dei nostri iscritti; il Comune di Tricase – spiega il presidente dell’Ordine, Daniele De Fabrizio - aveva dato un incarico che riguardava il Documento preliminare programmatico, un documento che contiene il sistema delle conoscenze ed i criteri interpretativi del territorio e delle sue linee di sviluppo”.

“Oltre ad aver impedito ai tecnici liberi professionisti di concorrere per l’affidamento dell’incarico – prosegue l’ingegnere -, il Comune ha individuato una struttura universitaria del tutto avulsa dal territorio. Non si comprende perché il Documento preliminare al Pug debba essere redatto dall’università di Bari considerato che si risolve in una ricognizione del territorio. Trattasi – conclude De Fabrizio - di un’attività che gli ingegneri svolgono ordinariamente e che non richiede alcuna specifica competenza accademica”.

A rincarare la dose è però proprio l’avvocato Quinto. Che dichiara. “Da qualche tempo l’Ordine degli ingegneri è costretto a rivolgersi all’autorità giudiziaria per contestare incarichi di enti pubblici alle università. Queste, come chiarito dalla giurisprudenza, sono operatori economici, al pari di tutti i professionisti, cosicché non possono avere canali privilegiati che consentano di ottenere incarichi senza partecipare a procedure di gara”.

“La Corte di giustizia europea – aggiunge il legale -, in occasione di una precedente vicenda che aveva visto l’Ordine da me difeso contrapposto all’Asl di Lecce, ha detto a chiare lettere che nessun accordo vi può essere tra pubbliche amministrazioni quando non vi siano specifici interessi di carattere scientifico”.

“Nella vicenda di Tricase quegli interessi non sono stati neppure dedotti e non poteva essere diversamente, considerato che si tratta di un Documento prodromico al Pug che non richiede e non implica alcuno studio di alto contenuto scientifico e che presuppone peraltro una diretta conoscenza delle peculiarità del territorio anche sotto il profilo economico-sociale”, conclude l’avvocato Quinto.

I precedenti, anche illustri, non mancano. In passato il Tar aveva annullato l’incarico per il Pug che il Comune di Lecce aveva affidato a un’altra Università, in quel caso di Genova. L’affidamento era assoggettato alla disciplina sull’appalto di servizi e quindi ai principi dell’evidenza pubblica. La vicenda, inevitabilmente, aveva scatenato un putiferio politico. 

GLI ARCHITETTI: "HANNO VINTO LE NOSTRE RAGIONI"

Dal canto suo, anche l’Ordine degli architetti rilascia una dichiarazione con una nota ufficiale. “La decisione del Comune di Tricase di ritirare la delibera “incriminata” prima ancora del pronunciamento del Tar – dice l’Ordine - sembra un riconoscimento esplicito alle posizioni sostenute per conto dell’Ordine degli architetti dall’avvocato Adriano Tolomeo. Posizioni nitide ed evidenti: pari dignità per tutti i professionisti dinanzi ad incarichi di evidente natura pubblica, e tutela del principio della libera concorrenza”.

“Ritirando la delibera il Comune di Tricase ha implicitamente riconosciuto le nostro ragioni”, commenta Massimo Crusi, presidente Ordine degli Architetti Pcc di Lecce. “E d’altra parte solo alcuni mesi fa una situazione analoga era stata pesantemente e negativamente valutata dalla Corte di giustizia europea, specificando che l’accordo tra amministrazioni è possibile sono quando siano presenti specifici elementi di carattere scientifico”.

“Vorrei però emergesse un punto più complessivo, vale a dire ancora una volta la conferma che, in accordo con l’Europa, il conferimento degli incarichi deve avvenire con procedure di evidenza pubblica e il mercato del lavoro deve essere in ogni caso salvaguardato”.

“Un  punto cruciale – prosegue Crusi - in un momento in cui la nostra professione vive una grandissima difficoltà e il mercato del lavoro è, soprattutto al sud, determinato e condizionato in modo evidente dalla committenza pubblica che, nonostante la crisi e gli arretrati nei pagamenti, resta una delle principali stazioni d’appalto”.

“Una strada, quella della evidenza pubblica, cui sarà sempre più difficile sottrarsi – conclude -, a meno di non voler nuovamente incappare nella giustizia amministrativa, disconoscendo  la platea degli architetti quale interlocutrice privilegiata per incarichi di tale natura”.

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