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Cronaca

Truffa per circa 4 milioni, chiesto il processo per commercialista e altri 33 imputati

Si celebrerà il 14 marzo l’udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta che indica come “regista” del raggiro una professionista di San Cesario di Lecce

LECCE - La Procura ha chiesto il processo per tutti gli indagati finiti nell’inchiesta per truffa ai danni dello Stato con gli F24, eccetto che per il titolare di un'azienda nel frattempo deceduto.

La prima dell’elenco, formato da 34 nomi, è Anna Rita Simona Gabellone, la commercialista 56enne residente a San Cesario di Lecce ritenuta la regista di un raggiro quantificato nella somma complessiva di circa 4milioni di euro, dal 2015 al 2018.

L’istanza sarà valutata il 14 marzo prossimo nell’udienza preliminare che si celebrerà davanti alla giudice del tribunale di Lecce Cinzia Vergine.

Gli accertamenti condotti dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo, e coordinati dalla sostituta procuratrice Donatina Buffelli, a seguito di una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate locale, riguardano principalmente gli F24 che, stando a quanto emerso, sarebbero stati compilati, per oltre cento imprese, con l’indicazione di crediti tributari inesistenti, con l’obiettivo di “neutralizzare” gli importi da versare all’Erario (Iva, Irap, contributi previdenziali e ritenute Irpef operate a carico dei dipendenti).

Alla luce di queste verifiche, sott’accusa, oltre alla commercialista - destinataria, lo scorso 22 settembre, della misura cautelare del divieto di esercitare la professione per sei mesi - ci sono un consulente del lavoro e i rappresentanti legali delle aziende finite sotto la lente del magistrato.

In particolare, le condotte monitorate hanno interessato le presunte evasioni delle imposte: come detto, indebite compensazioni d’imposta con crediti inesistenti; utilizzo e/o emissione di fatture per operazioni inesistenti; interposizione fittizia di quote e/o l’amministrazione di società portate in stato di dissesto mediante l’interposizione di soggetti oppure liquidatori di comodo (cosiddetti “teste di legno”); fittizie cessioni di quote societarie (società formalmente regolari cedute a numerosi prestanomi operanti nel napoletano ed utilizzate per il ricorso illecito al credito bancario); reati fallimentari (bancarotta e distrazione del patrimonio aziendale).

Queste le accuse che gli imputati avranno modo di confutare attraverso i loro legali.

Fanno parte della difesa, gli avvocati: Stefano Pati; Alessandro Stomeo; Andrea Starace; Rita Ciccarese; Marcello Trenta e Antonio Mazzeo; Cristian Quarta; Gianfrancesco Palmieri; Francesco Vergine; Danilo Spano; Luigi e Alberto Corvaglia; Domenica De Simone; Fabrizio Mangia; Dario Congedo e Tonino Litti; Pamela Filoni; Alessandro Dell’Atti; Americo Barba; Raffaele di Staso. Tutti del foro di Lecce; Vincenzo Farina; Daniela Faggiano e Giovanni Faggiano, Orazio Vesco, del foro di Brindisi;  Giuseppe Boiano del foro di Caserta.

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