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Cronaca

Maxi truffa con i corsi per operatore socio sanitario, gli arrestati negano le accuse

Si è tenuto in mattinata l’interrogatorio di garanzia per tre dei principali indagati sul raggiro scoperto dalla Guardia di finanza. Solo uno si è avvalso della facoltà di non rispondere

LECCE - Hanno rigettato ogni addebito due dei principali arrestati nell’ambito dell’inchiesta denominata "Attestati sterili" su una maxi truffa con i corsi di formazione per diventare operatore socio sanitario.

Elsa Occhilupo, 35enne di Brindisi, e il coniuge Fabio Di Maggio, 31enne originario di Manduria ma residente a Lecce, alla presenza dell’avvocato difensore Umberto Leo, hanno spiegato alla giudice Laura Liguori di aver ceduto anni addietro la società che loro stessi avevano costituito, finita sotto la lente di ingrandimento della Procura, e di essere stati assunti dalla stessa per le loro competenze professionali.

Insomma, durante l’interrogatorio di garanzia, la coppia ha dichiarato di aver svolto solo mansioni “tecniche”, precisando di aver partecipato in una unica circostanza a una commissione d’esame: Occhilupo, come docente interno, e Di Maggio, come supplente in considerazione del suo ricco curriculum in cui comparirebbero ben tre lauree.

Entrambi, secondo la loro versione, non avrebbero potuto avere alcun controllo su eventuali falsificazioni negli attestati rilasciati, e con i quali, a loro dire, tanti corsisti avrebbero invece trovato regolarmente un lavoro.

Per gli inquirenti, a svolgere un ruolo fondamentale, sarebbero stati proprio questi due che, seppur formalmente privi di cariche dal 2018, sarebbero stati gli amministratori di fatto, gestendo i profitti illeciti. Per l’accusa, avrebbero riciclato le rette dei corsi (dal costo sui 2.800-3mila euro) attraverso la creazione di numerose società che a loro volta avrebbero realizzato operazioni di compravendita di azioni societarie/immobili e cessione per contanti per circa un milione e 400mila euro.

Sul punto, gli indagati hanno dichiarato che le operazioni erano regolari: gli immobili sarebbero stati acquistati con un piccolo anticipo e poi con le rate d'affitto versati mensilmente dalle società locatarie.

Oggi si è tenuto anche l’interrogatorio di Claudio Rusciano, 46enne di Taranto, ai domiciliari da due giorni nell’ambito dello stesso procedimento, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.

E’ invece atteso per lunedì mattina, il confronto con gli altri due arrestati: Michelangelo Sirsi, 52enne di Fragagnano (in provincia di Taranto) e Cosimo Digiacomo, 54enne di Manduria.

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