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Cronaca

Truffe d'amore per oltre 200mila euro: condannato a 4 anni di reclusione

Emesso il verdetto nei riguardi di un dipendente della Lupiae servizi che, secondo l’accusa, con una delle vittime si sarebbe spacciato per maggiore dei carabinieri “in incognito”

LECCE - Si è chiusa con una condanna a quattro anni di reclusione la vicenda giudiziaria che vedeva imputato per truffa aggravata Augusto Capasa, 57 anni, leccese, dipendente della Lupiae servizi, accusato di aver conquistato il cuore di donne fragili e sole, arrivando con una di queste persino a spacciarsi per maggiore dei carabinieri “in incognito” e impegnato in indagini di mafia, con il solo obiettivo di svuotare i loro portafogli.

La sentenza è stata emessa oggi dalla giudice del tribunale di Lecce Bianca Maria Todaro che ha riconosciuto a una 55enne residente a Trepuzzi, parte civile con l’avvocato Francesca Conte un immediato risarcimento del danno pari a 35mila euro, disponendo che la parte restante venga quantificata e liquidata in separata sede. Fu la denuncia sporta dalla donna, insieme a quella presentata da una 61enne di San Donà di Piave (in Veneto), a mettere in moto le indagini che hanno riguardato episodi avvenuti fino all’estate del 2019.

In particolare, stando all’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Massimiliano Carducci, alla prima sarebbero stati chiesti per “difficoltà economiche e questioni gravissime da risolvere” e sottratti, in più circostanze, importi per complessivi 200mila euro, alla seconda, circa 38mila. Ma, secondo gli accertamenti svolti dagli inquirenti, queste somme sarebbero state utilizzate per spese on line, e stando alla denuncia, per acquistare una barca con due motori, una moto di grossa cilindrata, e per viaggi all’estero.

E’ con la 61enne che il funzionario della Lupiae si sarebbe qualificato come un maggiore dei carabinieri “in incognito” con tanto di laurea all’Accademia militare di Modena e con un impegno nelle sfere investigative dopo la collaborazione di pentiti di mafia. Quest’ultima trovò un accordo e  ritirò la querela.

Non appena saranno depositate le motivazioni, l’imputato valuterà il ricorso in appello attraverso gli avvocati difensori Roberto Rella e Francesco de Iaco.

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