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Cronaca Guagnano

Uccise il figlio a coltellate dopo una lite in casa: condannato a 30 anni

La tragedia maturò nel gennaio del 2012, a Guagnano. Enzo Caretto, pensionato di 71 anni, alla prese con i seri problemi di salute dalla moglie e della figlia, aveva da tempo ceduto alla tentazione dell'alcol. I carabinieri lo trovarono in cortile

LECCE – Trent’anni di reclusione. E’ questa la condanna inflitta a Enzo Caretto, il pensionato 71enne che uccise a Guagnano a coltellate il figlio Giovanni, 32enne, al culmine di una lite familiare. La sentenza è stata emessa dal gup Vincenzo Brancato, dinanzi a cui, su richiesta del legale dell'imputato, l'avvocato Sabrina Conte, si stava svolgendo il giudizio con rito abbreviato.

Quella che si consumò in una fredda sera di gennaio del 2012 in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, una piccola strada alla periferia di Guagnano (terra di vigneti e negramaro, piccolo comune perso tra le province di Lecce e Brindisi), è una tragedia maturata in un contesto familiare difficile e degradato. Caretto, una vita trascorsa nello stabilimento Fiat-Hitachi del capoluogo salentino, aveva cercato rifugio nell'alcol per sfuggire ai problemi di una vita difficile, in cui ogni giorno doveva combattere con le gravi patologie di cui erano affette la moglie e la figlia disabile.

La tragedia della follia avvenne sotto gli occhi atterriti della madre e della sorella della vittima. La donna vide il figlio accasciarsi in una pozza di sangue, colpito da un fendente al costato, allertò il 118, che dopo aver ricevuto la chiamata di soccorso alle 22.45, avvisò i militari dell’Arma. Il 70enne gettò il coltello ed uscì dalla propria abitazione, nel cortile che fronteggia la palazzina bassa dall’intonaco scrostato dall’umidità. Ed è lì, sotto un cielo gonfio di stelle e di dolore, che lo trovarono i carabinieri della compagnia di Campi Salentina, coordinati dal tenente Giovanni Carlo Porta, che ha coordinato le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Al momento dell’arresto l’uomo vaneggiava e correva da una parte all’altra.

CARETTO ENZO-5Dalle parole dell'uomo era emersa una situazione drammatica, in cui la bottiglia era l'unica consolazione. L'alcol (il 70enne aveva un tasso alcolemico pari a 1,79), infatti, potrebbe aver avuto un ruolo determinante nell'omicidio. Solo a distanza di 24 ore era sembrato che il padre omicida si fosse accorto realmente di ciò che aveva fatto. Nei mesi scorsi l'uomo era stato scarcerato perché incompatibile con il regime carcerario.

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