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Cronaca Trepuzzi

Uccise la zia colpendola con un ombrello, si aprono le porte del carcere per una 55enne

Dovrà scontare una pena residua di 6 anni e 8 mesi di reclusione Anna Maria Toraldo, la 55enne di Trepuzzi accusata di omicidio preterintenzionale nei confronti della zia Maria Tolardo. La donna di 88 anni di Trepuzzi fu uccisa nella sua abitazione dalla nipote con un comune ombrello, il 20 dicembre del 2010

LECCE – A distanza di oltre tre anni e mezzo dall’omicidio e con la sentenza ormai divenuta irrevocabile, si aprono le porte del carcere per Anna Maria Toraldo, la 55enne di Trepuzzi accusata di omicidio preterintenzionale nei confronti della zia Maria Tolardo. La donna di 88 anni di Trepuzzi fu uccisa nella sua abitazione dalla nipote con un comune ombrello, il 20 dicembre del 2010 al termine di un violento litigio. Oggi pomeriggio i militari della stazione di Trepuzzi hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti della Toraldo. La donna dovrà scontare, in carcere, una pena residua di 6 anni e 8 mesi di reclusione. In più è stata condannata all’interdizione legale per lo stesso periodo, e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Quelle sull'omicidio furono indagini lunghe e complesse, condotte dai carabinieri di Campi Salentina, che scavarono a lungo nell'ambiente familiare della Tolardo (la differenza del cognome è dovuta a un'errata trascrizione all'anagrafe), ricostruendo le probabili dinamiche di un omicidio ritenuto inizialmente una morte accidentale. Era stata la stessa 55enne a dichiarare al medico curante di aver trovato il corpo senza vita della Toraldo sul pavimento della cucina della donna, con le gambe incastrate nel girello, tanto da far ipotizzare in un primo momento a una caduta accidentale. L'anziana donna, infatti, a causa dei problemi legati alla deambulazione, era costretta a spostarsi con l'aiuto di un girello. Una tesi che non aveva convinto, però, il medico, secondo cui "l'insieme degli elementi che sino ad allora aveva raccolto, lasciava forti dubbi sul reale andamento dei fatti", tanto da spingerlo a chiamare i carabinieri. Molti gli elementi che sin dalle prime battute non avevano convinto i militari dell'Arma, facendo sorgere non pochi dubbi riguardo alla tesi della morte naturale.annamaria toraldo-2

Innanzitutto il fatto che qualcuno avesse provveduto a ripulire da ogni traccia di sangue la possibile scena del delitto, compromessa così in modo irreparabile. Il cadavere era stato spostato, avvolto in un lenzuolo e adagiato su un lettino, pronto per la tumulazione. Ad avvalorare la tesi della morte violenta era stata la consulenza del medico legale Roberto Vaglio, allontanando l'ipotesi di un decesso avvenuto come incidente domestico e quindi per cause naturali. Secondo il dottor Vaglio, infatti, le ferite riportate dall'anziana donna potevano essere compatibili con un'aggressione, vista la "presenza di ferite e lesioni sul capo e sul dorso delle mani compatibili con traumi solo ripetuti, frequenti e di intensità variabile. La donna, cadendo, è passata da uno stato di shock emorragico a quello di asfissia acuta". La 88enne presentava inoltre sulle mani le tipiche ferite da difesa.

 A incastrare Annamaria Toraldo fu poi un'intercettazione ambientale in cui la 55enne raccontava a un familiare le drammatiche circostanze dell'omicidio: “Che gli ho detto… che gli ho dato martellate io con l'ombrello… ormai ho detto tutto… tocca che glielo dico con l'avvocato”. Un dramma familiare dai risvolti tragici e sinistri, come hanno evidenziato le indagini degli inquirenti.

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