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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Scommesse illegali, inchiesta “Poker 2”: la posizione di Politi discussa il 7 luglio

Via all'udienza preliminare: l'indagine del Gico ha scandagliato un settore ad alto rischio di infiltrazione criminale. Per un difetto di notifica stralciata la posizione del presunto referente salentino, già condannato per associazione mafiosa

LECCE – Si è aperta oggi l’udienza preliminare relativa all’inchiesta condotta dagli uomini della guardia di finanza del comando provinciale di Lecce, in particolare dal Gico (gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata), e denominata “Poker 2”. Ventisette gli imputati che rischiano di finire a processo e su cui dovrà pronunciarsi il gup Simona Panzera.

Si tratta di un’indagine unica nel suo genere non solo per complessità ed estensione, ma soprattutto perché va a scandagliare un settore ad alto rischio di infiltrazione criminale come quello delle scommesse illecite. Al centro dell’inchiesta un giro di scommesse clandestine da centinaia di milioni di euro, ramificato in tutto il territorio nazionale con oltre 500 agenzie. Un fiume di denaro in cui sarebbero confluiti, per essere riciclati, anche i proventi di attività illecite riconducibili ad organizzazioni criminali e mafiose.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, e avviata alla fine del 2008, ha portato le fiamme gialle a svolgere un’approfondita attività di analisi di tutti i centri di raccolta di scommesse presenti nella provincia. Nel corso di questo monitoraggio, la finanza ha scoperto la presenza di una società di capitali austriaca, con sede legale ad Innsbruck, la GoldBet, che, priva delle concessioni rilasciate dall’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, avrebbe promosso ed organizzato, su gran parte del territorio italiano, un sistema illegale di raccolta di scommesse on-line su eventi sportivi, avvalendosi di una fitta rete di agenzie.

Si tratta, come ha spiegato il pubblico ministero, di un sistema piramidale, che partendo dall’Austria, si diramava attraverso livelli intermedi in ambito regionale (master), poi provinciale, con le cosiddette "super agenzie", che in provincia di Lecce raccoglievano una cinquantina di sedi. Una vera holding delle scommesse clandestine, perfettamente organizzata, con un giro d’affari di denaro contante notevolissimo. Il sistema avrebbe avuto ramificazioni in Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Puglia e Sicilia.  Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla raccolta illecita delle scommesse on-line su eventi sportivi. Nel corso dell’udienza si sono costituite come parti civili la Snai, l’Assocom e altre due concessionarie di scommesse.

Ad amministrare il mercato delle scommesse illegali nel Salento e in altre due regioni, secondo gli investigatori, Saulle Politi, 39 anni, di Monteroni di Lecce, nome storico della Sacra corona unita, affiliato al clan Tornese e già condannato per associazione mafiosa. Era lui a gestire una serie di attività economiche, tra le quali ben 50 agenzie di scommesse, tanto da creare una vera e propria “Rete Politi”. Nei confronti dell’uomo fu emesso un provvedimento di sequestro preventivo di una società che gestisce un supermercato di Monteroni, oltre che di immobili e società legate sempre al mondo delle scommesse: la "Capitan Uncino”, la “Gogo Game”. Nessuno di questi beni è intestato a Saulle Politi, ma ai suoi familiari. La posizione di Politi, assistito dall’avvocato Massimiliano Petrachi, è stata stralciata per un difetto di notifica e sarà discussa nella prossima udienza prevista per il 7 luglio.

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