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Cronaca Specchia

Caso Marra, in aula perito che analizzò telefoni. “Chi ricaricò la batteria di Sonia?”

Nuova udienza, venerdì scorso, nell'ambito del processo seguito alla scomparsa della studentessa di Specchia, nel 2006. Davanti al giudice, il tecnico che ha analizzato i cellulari della 25enne e di Umberto Bindella, l'imputato accusato di omicidio e occultamento di cadavere. Il telefono di Sonia continuò a squillare: chi lo ha ricaricato?

PERUGIA  - Un altro colpo di scena nell’interminabile vicenda giudiziaria seguita alla morte di Sonia Marra, la studentessa originaria di Specchia sparita nella notte tra il 16 e il 17 novembre del 2006 a Perugia, dove era iscritta presso l’ateneo umbro. Il suo corpo non è mai stato ritrovato e il suo caso rappresenta uno dei misteri più fitti della cronaca italiana degli ultimi anni.

Umberto Bindella, accusato di aver ucciso la studentessa e di averne occultato il cadavere, è l’imputato che, all’epoca dei fatti, ebbe una breve relazione con la giovane salentina. Ha sempre respinto ogni accusa, adducendo alibi come un corso di inglese, e l’uscita con un amico. Una versione alla quale il pm, Giuseppe Petrazzini, non ha mai creduto.

Venerdì scorso si è tornati  in aula. La Procura della Repubblica di Perugia ha, infatti, ripreso in mano i tabulati telefonici. Ad essere ascoltato come testimone, durante l’udienza, il tecnico che ha eseguito le verifiche sui cellulari della vittima e dell’imputato.sonia-marra-2-2-4

 E’ stato questo l’intervento clou ascoltato dal giudice: dalla dichiarazioni rilasciate dal tecnico, è emerso che il cellulare di Sonia ha continuato a squillare anche dopo la sua scomparsa. E non solo negli istanti successivi, ma per alcuni giorni: qualcuno, dunque, si è preso la briga di ricaricare anche la batteria del telefono. E non è tutto. Se a questo nuovo dato si aggiungono anche alcune telefonate alle quali, da riscontri investigativi di quei giorni, pare che la ragazza abbia risposto, il mistero diventa ancora più nebuloso.

Una chiamata, in particolare, durata quasi un minuto, è giunta sul numero di Sonia: un tempo troppo lungo, a detta del tecnico ascoltato in udienza, per essere un messaggio di segreteria. Poi altre telefonate, una dietro l’altra. Prima del silenzio. Definitivo.

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