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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Udu, "Gabellone, più borse di studio invece del debito"

I portavoce del movimento studentesco hanno spiegato le motivazioni del loro dissenso nei confronti del prestito d'onore, lanciato dalla Provincia di Lecce. "Solo un ulteriore debito", denunciano

LECCE - Tremila e 500 euro ogni anno, per trentasei mesi. É il piano messo in cantiere dalla Provincia di Lecce, che vedrà l'ente fungere da garante presso gli istituti di credito. Banche dalle quali gli studenti di età compresa tra i 18 e i 35 anni, con un reddito familiare Isee inferiore ai 20 mila euro e residenti nel tacco, potranno attingere quelle somme per finanziare i propri studi e le spese collaterali che ne derivano, per un totale di 10 mila e 500 euro.

Un'iniziativa, quella dei prestiti agevolati, che ha fatto però imbestialire non poco i rappresentanti dell'unione degli universitari, contrari ad un progetto che reputano insensato in un regime di tagli al diritto allo studio per una totale di 140 milioni negli ultimi due anni. "In un contesto come quello leccese, dove la copertura delle borse di studio si attesta mediamente tra il 35 e il 40 per cento degli aventi diritto- dichiarano i portavoce- diventa inaccettabile ricorrere a strumenti come quello del prestito d'onore. Destinato a creare solo un debito che peserà sulle spalle di una generazione già martoriata e senza prospettive di futuro".


Il bando della discordia, che prevede la restituzione dell'intera cifra dilazionata nei tre anni, a conclusione dei propri studi e al momento dell'ingresso del mondo del lavoro, non ha convinto il movimento universitario poiché per loro questa non è una garanzia al diritto all'alta formazione, ma un investimento in politiche debitorie. "Ci raccontano la favola del credito facendo finta di dimenticare l'orribile spettro della precarietà con cui siamo obbligati a fare i conti. Inoltre, se in altri paesi la restituzione del debito è fissata non con un termine temporale bensì con l'ingresso nel mondo del lavoro, il bando provinciale fissa il termine a 7 anni, presupponendo che lo studente beneficiario sia in grado di restituire la somma con un massimo di 84 rate mensili. Supposizioni a parte la realtà ci racconta di una difficoltà oggettiva nel trovare lavoro negli anni immediatamente successivi al conseguimento del titolo di studio, e anche per i più fortunati che un'occupazione la trovano, ma con contratti a tempo determinato che in media non superano i 400 euro mensili, pare difficile immaginare una restituzione del debito senza difficoltà".

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