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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ugento

Ugento a secco, parroco e sindaco guidano la rivolta

Don Stefano Rocca: "Sono fiducioso dopo l'incontro in Prefettura ma i miracoli li fa solo Dio. Se non arriva l'acqua bloccheremo le strade ". Il primo cittadino Ozza minaccia le dimissioni

"Dar da bere agli assetati!", l'adagio sembra più che calzante. E nulla di blasfemo se a capeggiare la sommossa dei cittadini (invitandoli comunque anche alla ragionevolezza) si pone anche il parroco del paese. E' tempo di rivolta ad Ugento, comune capofila della vibrante protesta che parte dal Basso Salento. Protesta esplosa a causa della carenza di risorse idriche lungo tutto il versante ionico. Rubinetti a secco. Disagi a iosa. Un problema annoso e non certo delle utilme ore. Il Sud Salento ha sete, e non vuole più sentire ragioni e promesse di "comodo". Regione Puglia e Acquedotto pugliese devono risolvere la questione. E subito. Il sindaco di Ugento, Eugenio Ozza, da sempre in prima linea nel sensibilizzare le autorità competenti alla problematica, non ha più la forza per fronteggiare la rabbia dei suoi concittadini. Ma la carenza d'acqua interessa anche gran parte delle comunità limitrofe del Sud Salento che da Taurisano si estendono verso Gagliano del Capo. Avamposti della protesta comune sono anche Salve, Presicce, Acquarica del Capo e Alessano. Perché se in un primo tempo il problema riguardava solo la "restrizione" delle scorte idriche in alcune ore della giornata, ora in questi paesi si registrano lunghi periodi di totale assenza d'acqua dai rubinetti. Intere famiglie, turisti, attività commerciali e turistiche, e soprattutto le campagne in piena emergenza e con il rischio "disidratazione".

Una comunità assetata quella ugentina e a dir poco esasperata. Lunedì 9 luglio, il solleone sta per calare. La tensione sale, i cittadini protestano e prima si riuniscono in capannello nella piazza e nelle vie del paese. Poi, sono circa duecento, muovono minacciosi verso il Palazzo comunale. Con loro si aggrega anche il parroco della chiesa di San Giovanni Bosco, don Stefano Rocca, visibilmente contrariato. E' lui a guidare il drappello degli "assetati", ma ha anche il compito di rasserenare gli animi. I propositi non sono certo dei più pacifici. Quasi un assalto dinnanzi all'ingresso del Comune. Per occuparlo. Per chiedere conto al sindaco Ozza del motivo per cui Ugento è letteralmente a secco. Sembra di rivivere le celebri scaramucce della tv in bianco e nero tra Don Camillo e il sindaco Peppone. Una digressione, per stemperare un po' i toni. Ugento come Brescello...Ma Don Stefano Rocca e il primo cittadino Eugenio Ozza sono della stessa parte. Lottano insieme per una giusta causa. A difesa, rispettivamente, dei loro fedeli e dei loro cittadini. Che hanno sete. Alla fine della concertazione, con le gote rosso fuoco e gli abiti intrisi di sudore, parroco e sindaco riescono a calmierare la folla inferocita.

Questa mattina tutti dal prefetto, con il coltello tra i denti. Il sindaco Ozza è determinato: "O si risolve la questione o queste sono le mie dimissioni" esordisce nell'incontro con Gianfranco Casilli. Don Camillo.....Ops...scusate...Don Stefano esibisce a corredo la raccolta di firme (oltre 1500 sottoscrizioni) promossa dal vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, Vito De Grisantis e che ha interessato tutte le parrocchie del Basso Salento. Il problema è serio. Il prefetto, con la solita sensibilità e competenza, ascolta, medita e propone soluzioni. Invita il primo cittadino di Ugento a desistere dal suo proposito estremo di dimettersi. Almeno per le prossime ventiquattr'ore. Giusto il tempo di convocare un incontro a Bari (già fissato per domani mattina) con il presidente Nichi Vendola e l'assessore Onofrio Introna, e i vertici dell'Acquedotto ed analizzare le risultanze. "Il prefetto mi ha invitato ad avere pazienza e ad attendere le decisioni che si prenderanno nella giornata di domani" spiega il sindaco, "poi in serata tornerò lì in Prefettura e insieme discuteremo delle mie dimissioni. Oggi accompagnato dal parroco, dal presidente del Consiglio comunale, Biagio Marchese, e da una delegazione di cittadini abbiamo illustrato al prefetto la situazione che è diventata veramente esplosiva e non più tollerabile. Quello che mi fa più rabbia" continua il primo cittadino di Ugento, "e che si tratta di una problematica che avevo già evidenziato da tempo per non arrivare a questo stato di emergenza pura. Ma non si è fatto nulla di concreto. Addirittura la situazione è peggiorata in quanto prima eravamo alle prese con la restrizione delle risorse idriche, ora invece ci sono giornate intere che siamo senz'acqua e i cittadini sono letteralmente inferociti".

Problematica che investe anche la vocazione turistica del Sud Salento e di Ugento in particolare. "Certamente" conferma Ozza, "in questo periodo si contano circa 80mila abitanti con i turisti che arrivano per le vacanze e che risiedono in paese e nelle marine, e la nostra economia turistica rischia di avere pesanti ripercussioni a causa di questi disagi. E da un anno e mezzo che sollecito interventi dell'Acquedotto e delle Istituzioni, ma nessuno ha fatto niente ed ora ci ritroviamo a fronteggiare, non si sa come, questa emergenza". Più tranquillo sembra essere anche don Stefano che ammette: "Il prefetto di Lecce ha mostrato grande sensibilità e di avere a cuore la problematica che conosce bene e quindi siamo fiduciosi della sua intercessione di domani a Bari. Certo noi non crediamo ai miracoli degli uomini, quelli sono solo opera di Dio, ma vorremmo che alle nostre comunità con un po' dì di buona volontà, fossero garantite quelle minime risorse idriche che consentano una vita normale". Più ottimista ma non meno agguerrito il parroco di Ugento non proprio disposto a porgere ulteriormente l'altra guancia: "Se anche dall'incontro in Regione non si avranno risultati concreti credo che la protesta andrà avanti e siamo disposti anche a bloccare le strade che portano fino alle marine.....". E così sia....

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