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Cronaca Ugento

Ugento, continua senza sosta la protesta sui rifiuti

Cittadini sempre davanti alla dicarica di Burgesi per vietare l'ingresso ai camion. Soluzioni dal confronto del 7? A Nardò maggioranza con Vaglio: "No a Castellino". Frisullo: "Non è la Campania"

Non si muove ancora nulla, nei dintorni di Ugento. Il blocco dei cittadini permane anche oggi. Ed il sindaco Eugenio Ozza sembra intenzionato a non recedere. L'ordinanza, emessa a tempo indeterminato, resta in vigore. Nessun camion può versare rifiuti nell'immensa discarica di contrada Burgesi, gestita dalla Monteco Srl. Né quelli che provengono dai comuni dell'Ato Le/3, per i quali è fondamentalmente preposta, né dall'Ato Le/2, per cui è nata la disputa. La zona in cui ricade la discarica interessa anche le frazioni ugentine di Gemini e Torre San Giovanni ed i comuni di Presicce ed Acquarica del Capo. Ed i residenti in questo quadrilatero di terra del Basso Salento si oppongono strenuamente all'ampliamento della discarica, vale a dire all'ordinanza emessa dal presidente della Regione e commissario per l'emergenza ambientale Nichi Vendola. Ordinanza contro ordinanza: quella di Vendola conferisce incarico ai camion che trasportano i rifiuti dall'area Ato Le/2 di usare in via temporanea, fino al 31 gennaio, la discarica per smaltire i rifiuti solidi urbani. Quella del sindaco Ozza ordina, testualmente, "alla Monteco Srl, in qualità di soggetto gestore, di non accettare i rifiuti solidi urbani provenienti dai Comuni del bacino di utenza Ato Le/2" e "l'istituzione del divieto di circolazione, nel territorio di Ugento, dei mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti solidi urbani ed appartenenti ai singoli concessionari del servizio di raccolta Rsu dei Comuni appartenenti ai bacino di utenza Ato Le/2". Conferendo mandati ai vigili urbani, con l'ausilio della forza pubblica, di verificare l'esecuzione dell'atto emesso dal primo cittadino.

Ma ci hanno comunque pensato centinaia di abitanti, giovani e anziani, a fare le barricate davanti alla discarica, con mezzi di ogni tipo e posizionandosi di persona perché nessun camion passi il varco. Le idee sul da farsi sono tante. Quella che circolava in mattinata è che si possa dare possibilità ai soli camion dell'Ato/Le3 di scaricare i rifiuti, per un massimo di 20 giorni a partire dal 7 gennaio (data dell'incontro per una trattativa fra tutti coloro che si sentono chiamati in causa, compresi comitati spontanei di cittadini), con precise garanzie da parte del presidente della Regione e del prefetto Mario Tafaro. Tutto da vedere, ovviamente, mentre la situazione acquisisce sempre più una tonalità politica, che vede contrapposti centrodestra e centrosinistra, con malumori anche all'interno di quest'ultima. Le singole posizioni sono diverse e fra gli stessi Comuni ed esponenti politici salentini c'è chi appoggia la protesta e chi attacca Ozza, ma anche il consigliere regionale del Pdl Rocco Palese, ritenuto da Rifondazione comunista una sorta di "architetto" della protesta, a fini elettoralistici. Ma intanto, in zona, al di là dei colori d'appartenenza, ben pochi sono disposti ad accettare un aumento di volumetria, che sarebbe per i più un azzardo. E si fa leva sul timore di malattie.

Per capire come si svilupperà la situazione, probabilmente, bisognerà allora attendere la riunione del 7 gennaio. Anche perché da Nardò si registra il secco e deciso "no" del sindaco Antonio Vaglio alla riapertura della discarica di Castellino. L'intera coalizione di maggioranza è con il sindaco e gli conferisce "mandato pieno per resistere in ogni sede contro la paventata apertura della discarica di Castellino. Tutti i rappresentanti politici che sostengono il sindaco Vaglio, infatti, hanno sottolineato come la riapertura di Castellino determinerebbe immediatamente una crisi politico-amministrativa", dice in corso la maggioranza. "La riapertura della discarica, infatti, significherebbe dover prendere atto del fallimento della politica ambientale portata avanti dalla coalizione di centrosinistra in questi anni, a livello provinciale e regionale. C'è chi sta cercando di far passare l'avvenuta chiusura di Castellino come un capriccio della città. Così non è. Nardò - dicono in una nota congiunta Anna Spenga (Pd), Fernando Bianco (indipendenti), Giovanni Siciliano (Città nuova), Sergio Vaglio (Insieme), Maurizio Qualtieri (Partito socialista), Pierpaolo Losavio (Uniti per Antonio Vaglio) - ha pagato per 15 anni il suo tributo con una discarica tal quale. Altri ora si lamentano anche del rifiuto secco mentre i cittadini di Nardò hanno subito enormi disagi ospitando i rifiuti indistinti dell'intera provincia, in un sito che ormai si trova nel centro urbano. I sacrifici non possono essere chiesti ancora ai neritini. Nardò - concludono -, dopo la chiusura di Castellino, ha puntato tutto sulla qualità dell'ambiente raggiungendo altissimi traguardi a livello nazionale, che ora non possono essere messi in discussione da beghe politiche". Da Ugento a Nardò, insomma, tutti contro tutti, e tutti contro le discariche.

"Chi oggi soffia demagogicamente sull'emergenza rifiuti si assume una grave responsabilità nei confronti dei salentini e del nostro territorio. È da irresponsabili usare toni apocalittici come se il Salento e la Puglia fossero omologabili alla situazione della Campania", dichiara il vicepresidente della Regione Puglia Sandro Frisullo. Che ricorda: "Stanno per completarsi i lavori nel sito di Cavallino con l'attivazione dell'impianto di Cdr che consentirà la lavorazione della frazione secca e la chiusura del ciclo. La Regione in questi anni - prosegue - ha lavorato per attivare gli impianti utili a completare il ciclo che trova nella raccolta differenziata degli Rsu la scelta più qualificata ed eco-sostenibile".

"Nessuno si illuda di lucrare sull'emergenza rifiuti strumentalizzando a fini di parte e per mero calcolo politico elettorale", tuona. "Se si apre il confronto sulle responsabilità nessun potrà tirarsi fuori giacché ritardi ed inadempienze inchiodano diversi soggetti politici ed istituzionali del centrodestra. Io penso invece che tutti, centrodestra e centrosinistra ai diversi livelli, devono lavorare insieme per scongiurare esiti ingovernabili nell'interesse del Salento e dei suoi cittadini. A questo fine la riunione in Prefettura del 7 gennaio sarà la sede per definire le soluzioni transitorie condivise e utili per il nostro territorio e le nostre popolazioni", conclude.

Ed un appello rivolto direttamente al sindaco Eugenio Ozza giunge in queste ore dal presidente dell'Anci di Puglia, Michele Lamacchia: "Comprendo le ragioni della tua ordinanza - dice rivolgendosi direttamente al primo cittadino -, la protesta e la preoccupazione dei tuoi cittadini poiché in questi anni il territorio di Ugento si è fatto carico dei problemi di smaltimento dei rifiuti del sud Salento. Come Anci - prosegue il presidente - abbiamo recentemente siglato un importante accordo con la Regione e i presidenti dei consorzi Ato che prevede tra gli altri due punti fondamentali: l'approvazione dei piani d'ambito con la chiusura del ciclo in ogni Ato, in modo che ogni territorio si faccia carico della gestione dei propri rifiuti e la verifica della impiantistica necessaria al completamento del ciclo, con integrale finanziamento da parte della Regione".

"In considerazione che la protesta può in questa fase creare situazioni di allarme igienico-sanitario in buona parte dei comuni salentini con conseguenti danni a carico degli incolpevoli cittadini - dice ancora Lamacchia - e pur sapendo che vi sono colpe di altri livelli istituzionali per i ritardi finora accumulati, ma anche ritardi nostri, delle autonomie locali, per non aver speditamente attivato la raccolta differenziata, sono a chiederti di adoperarti per rimettere in funzione la discarica di Ugento, accogliendo i rifiuti per prossimi trenta giorni o il minor tempo strettamente necessario a consentire all'intero sistema comuni-province-Regione di trovare una soluzione stabile e definitiva - conclude - per la corretta gestione dei rifiuti nel salento e procedere successivamente alla bonifica e alla messa in sicurezza del sito".

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