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Cronaca Ugento

Raccolgono datteri, distruggono roccia: per la prima volta arrestati pescatori

In provincia di Lecce è il primo caso in assoluto per cui si sia arrivati alla custodia cautelare. Nei guai sono finiti due neretini, sorpresi dai poliziotti della squadra nautica a Torre San Giovanni. Entrambi hanno numerosi precedenti specifici. L'attrezzatura sottoposta a sequestro

TORRE SAN GIOVANNI - Antonio Montefusco, 38enne, e Claudio Pusterla, 39enne, entrambi di Nardò, hanno una passione così smodata per i datteri di mare che hanno sfidato la legge più e più volte. Nei loro confronti sono stare spiccate negli anni diverse denunce penali. Il che rende bene quanto sia lucroso questo commercio illegale.

Ma in questo caso, l’ennesimo, la Procura ha usato il pugno duro, tanto che per la prima volta in provincia di Lecce per questa specifica forma di pesca di frodo, che comporta un danneggiamento ambientale irreparabile, è scattato persino l’arresto.

I due uomini sono stati scoperti nella tarda mattinata di oggi dai poliziotti della squadra nautica (reparto che s’insedia d’estate e prendere sede a Gallipoli) durante un controllo a Torre San Giovanni, marina di Ugento.

Gli agenti hanno notato un gommone a circa 800 metri dalla costa e, nelle vicinanze, un pallone segna sub. Per questo motivo, hanno deciso di monitorare la situazione. Usando binocoli, i poliziotti, intorno alle 10, hanno scorto un sub riemergere dall’acqua. Questi, dopo aver passato una sacca al conducente del natante, è risalito a bordo. I due sono quindi ripartiti, procedendo verso Lido Marini, approdando in un piccolo scalo.

I due, in tutta fretta, hanno caricato il gommone su un carrello, l’hanno agganciato a un’autovettura e si sono diretti sulla strada per Presicce. Tutto questo, tenuti sempre sotto osservazione, fin quando gli agenti non li hanno bloccati per un controllo.

Ebbene, nascosti nel gavone di prua del gommone, hanno trovato quattro sacchetti di plastica contenenti 4 chili e 806 grammi di Lithopaga Lithophaga, comunemente noti come datteri di mare, specie protetta, come certificato da un funzionario dell’Asl chiamato appositamente. Cattura, commercio e vendita sono rigorosamente vietati.

I danni procurati all’ambiente dalla pesca di datteri sono l’origine della severità della legge. Per impossessarsi di questi molluschi, i pescatori di frodo deturpa consapevolmente, e con estrema violenza, la roccia marina (che è un bene pubblico), usando attrezzi vietati e provocando una serie di effetti concatenati all’ecosistema, poiché sugli scogli vi sono alghe che servono all’alimentazione e alla riproduzione di specie ittiche.

Molluschi, attrezzatura da sub e utensili sono stati sequestrati.  I datteri, come prevede la normativa, sono stati distrutti tramite schiacciamento e poi gettati in mare. I due neretini sono stati dichiarati in arresto e sottoposti ai domiciliari. 

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