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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Ugento

Quasi sei anni senza un movente e un nome: in Rai si parla del delitto Basile

Domattina si discuterà dell'omicidio avvenuto nell'estate del 2008 nella trasmissione "I fatti vostri". Magalli ospiterà l'avvocato leccese Francesca Conte, che segue i Colitti. Ancora non c'è un colpevole per l'assassinio così efferato dell'esponente politico ugentino, personaggio scomodo

LECCE – Il 28 maggio dello scorso anno è diventata definitiva la sentenza di assoluzione di Vittorio Luigi Colitti, oggi 23enne. Ancora non maggiorenne, era stato accusato di aver assassinato in concorso con il nonno Vittorio Colitti, oggi 70enne, il consigliere comunale e provinciale di Italia dei valori, Giuseppe Basile, meglio noto come Peppino nella sua comunità, Ugento.

Proprio perché minore all’epoca dei fatti (giugno 2008), i processi di primo grado e di appello a carico del giovane sono stati celebrati di fronte al tribunale dei minori. L’altro procedimento, che vede al centro il nonno, non corre del tutto parallelo. Il rinvio a giudizio al tribunale ordinario risale al febbraio del 2011 e a ottobre dello stesso anno si è svolta l’udienza inaugurale. Da allora, però, è tutto fermo. Di certo se il teorema accusatorio, che vorrebbe entrambi coinvolti, è già crollato totalmente una volta, anche l’esito appare di questo secondo atto della vicenda potrebbe apparire scontato, in assenza di nuove e consistenti prove.  

Di fatto, non esiste ancora oggi una verità oggettiva sull’omicidio che la notte fra il 14 e il 15 giugno di quasi sei anni addietro sconvolse un Salento che si era appena accomiatato dalla storica visita di Papa Benedetto XVI a Leuca. Per gli investigatori dei carabinieri e per la Procura si sarebbe trattato di comuni beghe fra vicini di casa. Ma la tesi non ha mai avuto un riscontro solido. E l’unica figura che avrebbe potuto testimoniare, una bimba che si disse affacciata alla finestra quella notte, è stata ritenuta del tutto inattendibile. Nulla, insomma, è mai emerso che attesti il coinvolgimento di nonno e nipote nel fatto di sangue.

Cosa vi sia dietro a questo delitto, dunque, non si sa. E forse non si saprà mai, temono in molti. Non c’è un nome, non c’è un movente. La vicenda ha appassionato anche le cronache nazionali, ma per un breve periodo. Se ne scrisse giusto nelle settimane a ridosso dell’assassinio. Perché efferato nei modi (oltre quindici coltellate, come da referto autoptico). E perché la vittima era un esponente politico. Poi, come troppo spesso accade, tutto fu ridimensionato, permanendo interrogativi e inquietudini nella sola realtà locale di Lecce e della sua provincia. Fasi processuali clou comprese.

Su Rai 2, la trasmissione “I fatti vostri” condotta da Giancarlo Magalli, Adriana Volpe e Marcello Cirillo, riapre però il dibattito in un’ottica più ampia. Per domattina, a partire dalle 11,30, è stata invitata come ospite l’avvocato leccese Francesca Conte, che difende la famiglia Colitti e che si soffermerà su alcuni dei lati più oscuri del misfatto. Insieme all’altro legale che s’è interessato alla vicenda, Roberto Bray, ha sempre sostenuto la tesi che gli investigatori avessero abbandonato con troppo anticipo piste alternative, pur emerse nella prima fase. E non sono certo gli unici a credere che dietro all’omicidio vi possa essere qualcosa di più grande.  

Una di queste piste potrebbe riportare alla vita privata. L’altra, quella che, per certi versi, desta più inquietudine, rimanda alla politica attiva, e potrebbe essere incentrata su alcune delle battaglie più importanti di un personaggio sempre giudicato difficile e scomodo. E fra queste, spesso s’è citato anche il traffico di rifiuti nel basso Salento, che riporta il tema sulla più scottante attualità, in un intreccio di storie che abbracciano un ampio arco temporale. E in una vicenda per la quale molti ancora oggi invocano verità e giustizia. Tutto ciò, all’ombra di un altro procedimento, questa volta in sede civile e appena instaurato, che verte sulla richiesta di danni per mezzo milione di euro per l’ingiusta detenzione di quel ragazzo che s’è trovato calato in un vero e proprio incubo.  

Che si parli di questo delitto in una trasmissione di carattere nazionale e che abbraccia un pubblico così variegato, è forse anche un bene. Troppo spesso vicende che toccano il Tacco d’Italia restano relegate ai margini, non superano la soglia della dimensione locale e diventano lettera morta, senza il fuoco della passione che li mantiene in vita e che consente anche il formarsi di un’opinione pubblica.  E il delitto Basile, con tutti i suoi misteri, è sicuramente uno di quei casi che meritano uno sguardo più attento e magari anche una puntata in qualche format più di settore e meno generalista. 

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