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Cronaca Ugento

Ugento: migliaia per l'ultimo saluto a Peppino Basile

Oggi le esequie del consigliere comunale e provinciale ucciso con 15 coltellate. Presenti autorità locali ed esponenti di Italia dei Valori, fra cui Antonio Di Pietro. Le indagini battono nuove piste

Impossibile calcolare il fiume umano che ha invaso Ugento per l'addio a Giuseppe Basile. Peppino, come lo chiamavano tutti, è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio dall'intera comunità locale. Ma in tanti sono giunti anche dai comuni vicini per salutare il politico e soprattutto l'uomo, che portava avanti battaglie in Comune e in Provincia, e che amava la vita. Migliaia di persone, fra parenti, amici esponenti politici, autorità, soprattutto tanti, tantissimi cittadini. C'era anche la moglie, Ada Cairo, dalla quale era separato. Personaggio conosciuto, stimato, tempra di fuoco, uomo solare. E quei nastri gialli allacciati alle braccia dei suoi compagni dell'Italia dei Valori stavano proprio a simboleggiare il carattere. Niente nero di lutto. "Avrebbe apprezzato", dicono i suoi amici. La bara è stata trasportata presso la chiesa oratorio San Giovanni Bosco dalla sede della Giunta, dove ieri era stata allestita la camera ardente. Le esequie sono iniziate alle 17, celebrate da don Stefano Rocca, il quale ha ricordato le recenti parole del vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca Vito De Grisantis, che a sua volta aveva citato Papa Benedetto XVI: "E' il Bene che vince sempre, nonostante le apparenti sconfitte".

"È stato lo scoraggiamento la prima sensazione che ci ha preso dopo avere appreso la triste notizia dell'omicidio di Giuseppe Basile - aveva detto il vescovo nei giorni scorsi -, che è giunta mentre ancora il Santo Padre era nella nostra Terra. Poi abbiamo pensato alle parole che Benedetto XVI aveva appena pronunciato, che cioè "è il Bene che vince sempre, nonostante le apparenti sconfitte". Da una parte rimaniamo profondamente sconvolti dall'episodio di grave violenza accaduto nella nostra città; dall'altra sappiamo che non dobbiamo perdere la speranza, perché la violenza, da qualunque parte provenga e qualunque sia la motivazione, è certamente destinata alla sconfitta. Il Santo Padre ci ha detto inoltre che "è la preghiera che dà la forza di credere e lottare per il Bene, anche quando umanamente si sarebbe tentati di scoraggiarsi e tirarsi indietro". La violenza va comunque sempre condannata perché non risolve i problemi ma li aggrava".Ai funerali tutti gli esponenti salentini dell'Italia dei Valori, capeggiati dall'ex ministro Antonio Di Pietro, giunto appositamente da Roma, che di Basile ha ricordato il valore e l'indole combattiva. "Vittima del suo senso civico".

Presenti tutti gli esponenti del consiglio provinciale. Basile era all'opposizione in Comune, nella maggioranza a Palazzo dei Celestini, sempre nelle vesti di consigliere. Il presidente Giovanni Pellegrino ha ribadito ancora una volta come sia sensazione che la politica non sarebbe alla radice di questo terribile omicidio. Il sindaco di Ugento, Eugenio Ozza, ha poi voluto sottolineare come, pur nei contrasti dovuti alla differenze caratteriali, vi sia profondo rimpianto perché insieme a Basile si sarebbero potuto costruire ancora molto per la crescita della città. Tantissimi i messaggi giunti ancora in giornata da tutta Italia, fra cui quella del senatore Giuseppe Caforio di Italia dei Valori. "In un momento di grande mestizia e sconcerto per un delitto inspiegabile che colpisce il nostro partito, non si può non invocare che venga fatta presto chiarezza in merito al movente di questo efferato omicidio. L'amico Basile lascia un grande vuoto nella politica salentina che spesso era scossa dall'irruenza delle sue appassionate ed oneste battaglie politiche, non a caso il presidente Pellegrino lo ha definito la coscienza critica del consesso provinciale. Plaudendo all'attività degli organi inquirenti che sembra rivolta a 360 gradi, ritengo estremamente importante non trascurare il filone relativo alle attività politico-amministrative".

Il presidente del Consiglio provinciale Sergio Bidetti ed i vicepresidenti Salvatore Negro e Antonio Cirio, ritengono che sia "prematuro azzardare ipotesi sul movente del feroce omicidio, sebbene sia inevitabile considerare che si tratta solo dell'ultimo episodio, sicuramente il più tragico, di un lungo elenco di attentati e di gesti oltraggiosi di cui sono stati bersaglio negli ultimi mesi alcuni amministratori locale. Confidiamo, pertanto, nel lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine, auspicando sommessamente, tuttavia, che il movente del delitto non trovi le sue origini nell'attività politica di Peppino Basile, poiché questo sarebbe il segno di un profondo imbarbarimento del nostro territorio e di una lacerante ferita per il tessuto democratico". Anche la senatrice del Pdl Adriana Poli Bortone ha lasciato un suo commento: "Sulla drammatica scomparsa di Giuseppe Basile auspico che la Giustizia possa fare presto il suo corso e ridare dignità alla politica e alle istituzioni. Spero vivamente che su questa triste storia si stabilisca la verità. Mi stringo al dolore della città di Ugento e della famiglia".

E intano continuano serrate le indagini di carabinieri e polizia per risalire al movente e agli autori materiali dell'efferato omicidio di Giuseppe Basile, ucciso nella notte fra sabato e domenica scorsi sotto casa sua, in via Nizza, alle periferia di Ugento, con quindici coltellate. Indagano sul caso i militari della compagnia di Casarano e Lecce e i poliziotti della squadra mobile di Lecce e del commissariato di Taurisano. In giornata, sin dalla primissima mattinata, gli investigatori hanno interrogato circa trenta persone, tra amici, parenti, conoscenti, colleghi di lavoro nell'assise comunale e a Palazzo dei Celestini. Ovviamente bocche cucite su quanto emerso nel corso degli interrogatori, ma l'attenzione di carabinieri e polizia nelle ultime 24 ore si sarebbe rivolta verso una nuova pista investigativa, finora poco battuta. Sarebbero state raccolte diverse testimonianze su una presunta relazione che Basile avrebbe allacciato con una donna dell'Est negli ultimi tempi tenuta segreta e sottaciuta anche agli amici più stretti. Potrebbe essere la chiave di svolta per un giallo sul quale finora sono stati esplorati i più svariati campi di ricerca che hanno abbracciato la sfera privata e lavorativa di Basile. Ovviamente si tratta di una semplice ipotesi che dovrà essere corroborata dai successivi riscontri, ma le attenzioni sarebbero state virate sulla sfera passionale anche dalla lettura delle due agende sequestrate in casa di Basile dove sarebbero stati appuntati i nomi di alcune donne dai nome marcatamente dell'Est-Europa.

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