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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Un altro giro di giostra, la tragedia di Samuele sembra non aver insegnato nulla

Sul Tagadà gli adolescenti continuano a danzare pericolosamente, nonostante i pochi giorni trascorsi dalla morte del 15enne

LECCE – Sono trascorse meno di due settimane dalla scomparsa di Samule Piro, il 15enne morto tragicamente alla vigilia di Ferragosto dopo essere scivolato durante un giro sul Tagadà, una delle giostre allestite in occasione festa della Madonna della Lizza ad Alezio. Eppure da allora nulla sembra essere cambiato, nonostante il dramma di una giovane vita spezzata e il clamore suscitato dal caso, tra inchieste giudiziarie e appelli al prefetto.

Nella tiepida sera del capoluogo salentino il “Super Tagadà” è una delle giostre come sempre più affollate, soprattutto da adolescenti, nel luna park allestito in occasione della festa patronale. In giro tantissima gente, tra musica, luci e gli odori inconfondibili dello street food, forse anche per “compensare” la mancanza dei tradizionali fuochi d’artificio sospesi in segno di lutto e solidarietà alle vittime del sisma che ha devastato l’Italia centrale.

Per accedere al Tagadà c’è una lunga fila di ragazzini. La giostra è formata da un disco circondato da una serie di divanetti che guardano verso il centro dell'attrazione e gira vorticosamente su se stessa, oscillando in maniera repentina facendo così sobbalzare i passeggeri. I ragazzi si accomodano sui divanetti, parte la musica dance e la giostra inizia a ruotare. Passano un paio di minuti e un primo ragazzo si alza per raggiungere la parte interna del Tagadà, ballando a suon di musica, seguito poco dopo da un altro. Una pratica tanto consueta quanto pericolosa, costata la vita a Samuele, sbalzato violentemente contro il corrimano che circonda la parte esterna della giostra, riportando la forte contusione all’addome che ne ha provocato la morte. I richiami del gestore della giostra (tutt’altro che energici) sembrano apparentemente riportare la situazione alla norma, ma è una calma apparentemente. Poco dopo la musica e la velocità aumentano, al centro del Tagadà si forma un gruppo di quattro cinque ragazzini in precario equilibrio. Il “giro” finisce qualche minuto dopo, ma al successivo il copione è lo stesso. Per fortuna questa sera è andato tutto bene.

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