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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Uragano": traffico di droga, la Dda sgomina tre gruppi. Quattro arresti anche nel Leccese

L'operazione condotta dalla guardia di finanza di Brindisi, insieme con altri reparti delle "fiamme gialle" di tutta Italia. Quarantaquattro le ordinanze di custodia cautelare richieste dall'antimafia. Oltre al traffico di stupefacenti, sono stati constatati anche alcuni casi di estorsione

BRINDISI – “Uragano”. Si chiama così l’operazione che la guardia di finanza di Brindisi, insieme con altri reparti delle “fiamme gialle” di tutta Italia, stanno mettendo a segno in queste ore, sgominando tre distinte organizzazioni dedite al traffico di stupefacenti, e a gestione "familiare", di cui due operanti a Brindisi, la terza a San Pietro Vernotico.

Sono quarantaquattro, in tutto, i provvedimenti di custodia cautelare richiesti dalla Dda di Lecce per soggetti residenti nelle province di Brindisi, Lecce, Pordenone, Forlì e Rimini. Sono state indagate 55 persone, tra cui sette donne. Ventinove sono finite in carcere, e quindici agli arresti domiciliari.

Cinque leccesi coinvolti

Quattro i salentini coinvolti nell'attività. Si tratta di Luigi De Simone, 38enne di Novoli (ma residente a Sant'Arcangelo di Romagna), Andrea Gubello, 32enne leccese (già detenuto nel carcere di Borgo San Nicola)  e Luigi Scarlino, 33enne di Matino, fermato a Rimini (i tre nelle foto in basso).

Vi è anche Cristina Peluso, 32enne leccese,  tra i destinatari dell'ordinanza, che a momento si è resa irreperibile. Tutti i salentini fermati avrebbero ricoperto ruoli marginali nelle attività. Sono stati ritenuti spacciatori al dettaglio, tranne Gubello: lui, invece, avrebbe acquistato un'ingente quantità di eroina nel mese di ottobre del 2011, dal uno dei clan brindisini: si tratta di oltre mezzo chilogrammo di droga. E' invece indagato in stato di libertà Francesco De Luca, 42enne di Lecce. La Dda aveva richiesto anche per lui l'arresto, ma il gip ha ritenuto che non vi fossero le esigenze cautelare.

I tre gruppi di brindisini

L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Lecce (procuratore Cataldo Motta, sostituto procuratore Alessio Coccioli e procuratore aggiunto di Brindisi Nicolangelo Ghizzardi), ha riguardato tre distinte organizzazioni criminali dedite al traffico di sostanze stupefacenti.

I gruppi, secondo l’antimafia, avrebbero operato non solo fra Brindisi, San Pietro Vernotico e Oria, ma anche Maniago (provincia di Pordenone), Sant’Arcangelo di Romagna (Forlì Cesena) e Rimini. L’intreccio fra le organizzazione nascerebbe da alcune operazioni illecite nelle quali avrebbero interagito tra loro nell’acquisto e nella cessione di stupefacenti. Le indagini sono partite nel mese di giugno del 2011 e sono durate fino a settembre del 2013.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo di spaccio di sostanze stupefacenti, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti ed estorsione. Al termine delle investigazioni, eseguite anche tramite intercettazioni telefoniche ed ambientali, l’interrogatorio di un collaboratore di giustizia appartenente alla Sacra corona unita e numerosi servizi di osservazione, pedinamento e controllo dei movimenti di persone e mezzi, i finanzieri hanno  ricostruito gli assetti di ogni singola organizzazione criminale, individuando, per ognuna di esse, i principali canali di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti.

(Guarda il video degli arresti)

La prima e più importante organizzazione avrebbe avuto base operativa e logistica a San Pietro Vernotico, facendo capo al pluri-pregiudicato Raffaele Renna, alias “Puffo”, esponente di spicco della Scu. La sua figura all’interno del clan sarebbe stata confermata anche da un importante collaboratore di giustizia, appositamente interrogato dagli inquirenti.

A differenza delle altre due organizzazioni che avevano un mercato dello spaccio limitato all’ambito provinciale di Brindisi, questo primo sodalizio è risultato avere una struttura più radicata che gli avrebbe permesso di perpetrare l'attività anche fuori dai confini regionali. L’organizzazione, infatti, sarebbe riuscita a spacciare la sostanza stupefacente anche nelle città di Rimini e Forlì, avvalendosi dell’opera di soggetti residenti in zona.

Nel clan Renna un ruolo di primo piano l'avrebbero assunto Pamela Fortunato e Maria Carmela Rini, rispettivamente compagna e zia del capo clan, le quali, a seguito del suo arresto, si sarebbero adoperate per veicolare, dalla casa circondariale di Castrovillari dov'era detenuto, gli ordini impartiti agli altri sodali.

La seconda organizzazione aveva base operativa e logistica nella città di Brindisi e faceva capo ai pluri-pregiudicati Jury Rosafio, Cosimo D’Alema e Vincenzo D’Ignazio. La stessa aveva diramazioni nella provincia di Pordenone come documentato a seguito di un intervento conclusosi con l’arresto di un corriere che trasportava un panetto contenente oltre mezzo chilo di cocaina.

Nell’occasione, Cristian Quarta, soggetto brindisino originario di San Pietro Vernotico ma da anni residente a Maniago (Pordenone), avrebbe svolto un ruolo di intermediazione con esponenti di altre associazioni criminali qui operanti, utilizzate come canale di approvvigionamento dello stupefacente. In un’occasione, è emerso un episodio estorsivo ai danni di Cosimo D'Alema, esponente di rilievo dell’organizzazione criminale, il quale, a seguito del mancato pagamento di una fornitura e delle successive minacce (anche di morte) subite da Raffaele Renna, sarebbe stato costretto a cedergli un’automobile.

Da ultimo, vi è l’organizzazione criminale facente capo alla famiglia Baglivo di Brindisi, anch’essa operante nel territorio del capoluogo messapico. Al termine delle investigazioni, eseguite anche tramite intercettazioni telefoniche ed ambientali, l’interrogatorio di un collaboratore di giustizia appartenente alla “Sacra corona unita” e numerosi servizi di osservazione, pedinamento e controllo dei movimenti di persone e mezzi, sono stati ricostruiti gli assetti di ogni singola organizzazione, individuando, per ognuna di esse, i principali canali di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti.

Sono state accertare anche le modalità di gestione dei numerosi affari illeciti delle tre organizzazioni criminali, portati a termine anche facendo ricorso alla violenza e alle minacce con uso di armi da fuoco. Infine, sono stati eseguiti numerosi interventi repressivi, a riscontro delle risultanze d’indagine, che hanno consentito di trarre in arresto, in flagranza di reato, nove persone e di sottoporre a sequestro eroina, cocaina, metadone, hashish e marijuana. Per dettagli più completi e immagini sull'operazione che riguarda Brindisi: Brindisireport.it

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