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Cronaca Monteroni di Lecce

Usura, perquisite cinque case. Nuovi riscontri contro Giancane

Passati al setaccio documenti contabili nelle abitazioni di presunte vittime del giro d'usura che, in diversi casi, avvalorerebbero le ipotesi accusatorie ai danni dell'imprenditore edile arrestato insieme al suo ragioniere

 

MONTERONI DI LECCE – Rischia di aggravarsi la posizione di Domenico Giancane, l’imprenditore edile di 63 anni di Monteroni di Lecce, arrestato dai carabinieri della compagnia del capoluogo, insieme al ragioniere, impiegato nelle sue aziende, Giovanni Paolo Guido, 43enne, che lo avrebbe coadiuvato nel tentare di nascondere alcune prove.

Se, infatti, da un lato, i due indagati hanno respinto le accuse di usura pluriaggravata piombategli addosso, al termine di quella che sembra essere solo la prima parte di un’inchiesta molto più vasta del sostituto procuratore della Dda, Alessio Coccioli e dei carabinieri della compagnia di Lecce, dall’altro, proprio gli investigatori, ritengono di aver acquisito nelle ultime ore ulteriori documenti che proverebbero in maniera sempre più inequivocabile le attività illecite di Giancane.   

Alle prime ore del mattino, infatti, i carabinieri leccesi, coordinati dal maggiore Giuseppe Colizzi, hanno eseguito cinque perquisizioni nelle abitazioni di imprenditori che sarebbero vittime del giro di usura (con tassi fino al 144 per cento) riconducibile all’imprenditore.

I carabinieri hanno setacciato cassetti e scrivanie in tre abitazioni di Monteroni, ma anche in una di San Pietro in Lama e in un’altra di Lizzanello, ritrovando nuovi documenti contabili ritenuti particolarmente interessanti, perché fornirebbero riscontro all’impianto investigativo, già di per sé corposo, e che s’è avvalso nel tempo di migliaia di ore di intercettazioni telefoniche.

GIANCANE DOMENICO-3Alcuni imprenditori sono già stati condotti presso il comando provinciale di Lecce, per essere interrogati sui rapporti di credito con Giancane. La loro posizione è tuttora al vaglio degli inquirenti. E gli accertamenti non terminano qui, perché, nelle prossime ore sono attese altre persone interessate alla vicenda, nel quartier generale di via Lupiae.

Giancane, titolare delle ditte EdilGiancane ed EdilMagà, è in carcere dalla mattina del 24 ottobre, mentre il suo collaboratore, che, per agevolarlo nel tentativo di inquinare le prove, a detta degli inquirenti, avrebbe cercato di far apparire lecite operazioni usurarie, tramite emissione di fatture false e l’alterazione dei registri contabili, si trova ai domiciliari.

GUIDO GIOVANNI PAOLO-3Sempre secondo i detentori della delicata inchiesta, che squarcia il velo su un sistema di ampie dimensioni, l'imprenditore sarebbe stato avvantaggiato nell’attività illecita, approfittando di rapporti di credito già instauratisi per commesse di lavoro. Sarebbero, infatti, soprattutto altri imprenditori del ramo edile, tra quelli ai quali avrebbe Giancane applicato interessi a strozzo, forse impiegando anche qualche pregiudicato per la riscossione di alcuni crediti, come rivelato dal comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Maurizio Ferla, nel corso di una conferenza stampa. Un altro degli aspetti su cui gli inquirenti intendono fare luce. 

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