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Cronaca Leverano / Via Ancona

Vasto incendio nella Mebimport, esplodono centinaia di fusti vuoti

Il danno è ingente, ma si esclude l'ipotesi di un attentato. Sembra che si sia trattato di autocombustione di rifiuti in un cassonetto, che hanno innescato una reazione a catena. I vigili del fuoco hanno lavorato fino all'alba

 

LEVERANO – Un vero e proprio inferno di fiamme ed esplosioni, avvertite anche a qualche chilometro di distanza: erano i fusti di birra che scoppiavano sotto la pressione del calore generato di un vasto incendio, scambiate da alcuni per petardi o addirittura pistolettate. E’ stata una notte infernale, alla periferia di Leverano: un rogo è divampato intorno alle 3 del mattino nella sede di via Ancona della Mebimport, società specializzata nel ramo di distribuzione di bibite, e nota al grande pubblico soprattutto perché da alcuni anni organizza il festival “Birra e sound”, una delle attrazioni dell’estate salentina. A prendere fuoco sono stati un grosso cassonetto di rifiuti e diversi bancali, all’esterno della struttura, dove hanno sede magazzini e l’edificio che ospita gli uffici amministrativi.

L’intervento è stato particolarmente lungo: i vigili del fuoco, giunti con più squadre da Lecce e Veglie, hanno dovuto lavorare per non meno di tre ore, fino alle prime luci dell’alba, prima di avere definitivamente ragione delle lingue di fuoco. Sul posto, per le indagini, sono intervenuti i carabinieri della stazione locale e della compagnia di Campi Salentina.       

Il danno è consistente, ma una cosa sembra già certa, almeno stando a quanto rilevato: si esclude il dolo, al quale si era pure pensato, non fosse altro perché a inizio aprile, ignoti collocarono un ordigno davanti alla vetrata dell’azienda. Ma questa volta, osservando i filmati di videosorveglianza, sembra che gli investigatori non abbiano trovato traccia di intrusioni.

Cos’è accaduto, dunque? Tutta colpa del caldo che sta mettendo al tappeto l’Italia. Secondo i primi rilievi svolti dai vigili del fuoco, infatti, l’incendio dovrebbe essere frutto dell’autocombustione di alcuni rifiuti (carta e plastica) stoccati in un grosso cassonetto, che ha innescato una reazione a catena. Il cassonetto ha probabilmente raggiunto un’alta temperatura (fino a sfiorare i 90 gradi, s’ipotizza), provocando il rogo.

Per conduzione termica, si sono così surriscaldati anche diversi bancali di legno che si trovavano nelle vicinanze, sui quali si trovavano, a loro volta, vari fusti di birra vuoti. Si calcola che fossero almeno un centinaio, i recipienti, di alluminio e dalla capienza di circa 6 litri ciascino. I fusti, sotto il calore, hanno iniziato a esplodere fragorosamente, provocando l’assordante rumore che ha svegliato molti leveranesi, alimentando il timore che vi fosse stato un attentato. Ma per quanto grosso sia stato l’evento, e anche potenzialmente pericoloso, a quanto pare, questa volta, la criminalità sembra davvero che non c’entri nulla.

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