Verardi "scagiona" Caricato: "Gli ho dato un passaggio"
Convalidati gli arresti del latitante di Merine e del 30enne di Lizzanello trovato con lui su una moto. Nello zaino mezzo chilo di cocaina. Ma Verdardi ha spiegato: "Lo accompagnavo verso casa"
LECCE - E' stato convalidato l'arresto di Alessandro Verardi, il latitante 33enne di Merine arrestato nel corso di un blitz scattato sabato pomeriggio nella centralissima via Ugo Foscolo, a bordo di una moto di grosso cilindrata in compagnia di un altro pregiudicato, Tonino Caricato, di Lizzanello (convalidato l'arresto anche nei suoi confronti).
Verardi, di cui si erano perse le tracce dal 24 dicembre scorso dopo che non aveva fatto rientro nel carcere di Taranto, dove era recluso, al termine di un permesso concesso per le festività natalizie (con lui svanì nel nulla anche un altro recluso, Giuseppe Manna, 44enne, arrestato a marzo scorso dopo aver messo a segno alcune rapine), ha risposto alle domande del gip Ines Casciaro.
Il 33enne, che deve scontare una condanna a quasi 13 anni di carcere per traffico di droga e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ha alleggerito la posizione di Caricato, spiegando al giudice che i due si erano incontrati casualmente e che si era semplicemente offerto di accompagnarlo a casa con la sua moto, una Yamaha R1. Verardi ha inoltre spiegato che era suo lo zaino che Caricato indossava al momento dell'arresto, con all'interno mezzo chilo di cocaina purissima, dall'elevato valore commerciale; 66 proiettili calibro 22; un coltello a serramanico con lama d'acciaio di 30 centimetri; tre telefoni cellulari e alcuni appunti.
L'ex latitante avrebbe passato lo zaino all'amico nel momento in cui i due sono saliti a bordo della moto. Una tesi, questa, confermata anche da Tonino Caricato, accusato di favoreggiamento e di possesso di sostanza stupefacente. Il 30enne ha dichiarato di essere a conoscenza del fatto che Verardi era latitante e che era rientrato a Lecce, ma di averlo incontrato casualmente e di avergli chiesto un passaggio.
Caricato ha poi spiegato di non sapere cosa fosse contenuto nello zaino di proprietà di Verardi, e di averlo indossato solo per una questione di comodità, visto che era proprio l'ex latitante a condurre la moto. Alessandro Verardi e Tonino Caricato sono difesi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe De Luca e Francesca Conte.