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Giovedì, 25 Aprile 2024
"Perchè il fatto non sussiste" / Taviano

Verbali notificati, nessun abuso. Assolto vicecomandante della polizia locale

L’ispettore superiore Roberto Napolitano era stato accusato di aver ignorato intenzionalmente due infrazioni commesse dalla stessa vettura, nel 2015, a Taviano. Ipotesi smontate in dibattimento con la prova dell’elevazione e della definizione delle contravvenzioni

TAVIANO - Nel primo grado di giudizio arriva l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, e la riabilitazione giuridica e morale per il vicecomandante della polizia locale di Taviano, Roberto Napolitano, 61 anni, finito sotto processo, nel settembre dello scorso anno, con l’accusa di abuso d’ufficio.

Secondo il capo d’imputazione era stata contestata la condotta dell’ispettore della polizia locale che secondo l’accusa, nel 2015, avrebbe ignorato volontariamente due violazioni rilevate dal photored posizionato su un incrocio semaforizzato, a carico di un’autovettura che per due volte (nelle sere del 7 marzo e del 4 aprile di quell’anno) sarebbe passata con il rosso.

In sintesi secondo gli accertamenti svolti dalla procura con i militari della compagnia della guardia di finanza di Gallipoli, l’ispettore pur occupandosi personalmente della validazione delle violazioni al codice della strada, in quel caso non avrebbe provveduto a redigere gli appositi verbali di contestazione a beneficio della proprietaria dell’autovettura e del padre di questa.

Nell’ambito del dibattimento nel corso della prima udienza di merito del processo penale (che si è svolta il 9 maggio scorso), il presunto abuso del funzionario accertatore è stato “smontato”: contrariamente a quanto sostenuto dall’accusa, l’avvocato difensore Biagio Palamà, ha fornito l’ampia prova della notifica dei verbali che erano stati regolarmente elevati.  

Una vicenda alquanto controversa e legata all’inchiesta avviata dalla procura di Lecce, che aveva delegato per le indagini, e gli accertamenti dell’ipotesi accusatoria, i militari della guardia di finanza, e che aveva portato il sostituto procuratore Donatina Buffelli a formulare la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’ispettore superiore, accolta nel settembre dello scorso anno dal gup Michele Toriello.  Il processo si è svolto davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Lecce.                

La prova dell’innocenza del vicecomandante è stata così evidente che nel corso della prima udienza di merito il tribunale lo ha assolto dal reato ascrittogli con la formula “perché il fatto non sussiste”.

Il processo penale nei confronti di Roberto Napolitano era scaturito da una indagine nei confronti di altri soggetti, e in virtù dell'estrapolazione di alcuni messaggi dal telefono cellulare, sottoposto a sequestro in quelle circostanze. Da quei messaggi ricevuti dall’ispettore, la procura aveva ipotizzato che lo stesso avesse commesso il reato di omissione di atti d’ufficio. Circostanza che si è poi rivelata infondata nell’ambito del dibattimento e che ha portato i giudici a decretare l’assoluzione dell’imputato.

“Si osserva che quello che è accaduto all’ispettore Napolitano è stato devastante dal punto di vista delle conseguenze psicologiche ed umane” commenta l’avvocato Biagio Palamà, “in quanto ha gravemente leso la dignità e l'onore di un pubblico ufficiale con oltre 40 anni di servizio svolto. Gli ufficiali hanno chiesto allo stesso Ispettore, già in quel momento sottoposto alle indagini, di poter acquisire i verbali relativi alle infrazioni contestate, senza mai fare riferimento, espressamente, a quelle oggetto di imputazione".

"Sarebbe bastato indicare le date delle violazioni al codice della strada” spiega ancora il legale, “per riscontrare che i verbali erano stati regolarmente emessi e trasmessi per la notifica.  Infatti è accaduto che, poiché il contravventore risiedeva nel comune limitrofo di Gallipoli, i verbali che i militari hanno ritenuto non fossero stati mai emessi, si trovavano in realtà tra quelli già definiti. Oggi si sta valutando la costituzione di parte civile nei confronti del ministero delle Finanze per il grave danno psico-fisico subito per un anno dall’Ispettore”. 

“Ho sempre avuto grande fiducia nella giustizia” spiega invece il vicecomandante Napolitano, “a volte circumnaviga e provoca lungo la strada ferite e sofferenze, ma ho sempre creduto che in fase dibattimentale si sarebbe fatta luce sui fatti. Non mi è mai stato chiesto nulla in merito ai verbali in questione. Solo richieste generiche che comprendevano un arco di due mesi dell’anno 2015. Rimane certamente l’amarezza di aver dovuto subire un anno di indagini, ma oggi sono sereno e tutto ciò che posso dire è che continuerò fino all’ultimo giorno di servizio a servire la mia comunità, ad indossare la divisa come ho sempre fatto. Con grande rispetto, dignità e amore per il mio lavoro”.

“Non ho mai nutrito il benché minimo dubbio sull’innocenza del mio vice” dichiara la comandante della polizia locale di Taviano, Luisa Tunno, l’ispettore Napolitano è sempre stato un uomo attaccato al suo lavoro come pochi. Resta un po’ di amarezza per quanto accaduto, ma  oggi ci possiamo dire soddisfatti”.

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