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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Vernole

"Vernole schizofrenica: da ecomuseo a 11 torri eoliche"

Mentre si inaugura l'Ecomuseo dei Paesaggi di pietra, preoccupa la nascita di un parco di 11 torri eoliche, alte più di cento metri. Save Salento preannuncia battaglia per la difesa del territorio

VERNOLE - Save Salento, associazione ambientalista, si chiede cosa stia accadendo a Vernole. Mentre oggi viene inaugurato l'"Ecomuseo dei Paesaggi di Pietra" di Acquarica di Lecce, le autorità sfoggiano l'abito ambientalista, "nelle retrovie dei diversi livelli amministrativi (comunale, provinciale e regionale) - dichiarano - già si prepara la soluzione finale per quello straordinario complesso di patrimonio storico-naturalistico rappresentato dall'insistere nel territorio di Vernole della Zps Cesine, della città fortificata di Acaya e di un entroterra dominato da macchia mediterranea e immensi boschi di olivi secolari".
L'associazione, infatti, rende noto come la Regione Puglia, infatti, abbia autorizzato la costruzione nel territorio di Vernole di un mega impianto industriale di 11 torri eoliche, alte più di 100 metri, per una potenza di circa 22 Mw, con tutte le opere connesse di infrastrutturazione, cementificazione, messa in posa di cavidotti e sradicamento di ulivi centenari. L'impianto industriale, infatti, è previsto nel mezzo dei boschi dell'antica plaga dell'olivo, varietà ogliarola, riconosciuta dallo stesso Enrico Presutti nell'Inchiesta Parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle province meridionali e nella Sicilia, del 1909.

L'associazione Save Salento, come già ribadito in una precedente nota congiunta con il Forum Ambiente e Salute, condanna fermamente il proposito sciagurato di abbandonare per il territorio di Vernole il modello di sviluppo sostenibile perseguito in questi anni, fondato sulla crescita del comparto ricettivo e della ristorazione tipica (specie nelle "perle" di Acaya e Pisignano), a favore di un modello becero-industrialista, fondato su una forma di produzione energetica sconveniente dal punto di vista economico, destinata a collassare con il taglio degli incentivi a partire dal 2011, capace solo di forme occupazionali effimere e di manodopera non locale, e che porterà alla devastazione paesaggistica e alla compromissione ecosistemica (si pensi soprattutto all'impatto sulle Cesine) di quei bellissimi luoghi.

"Ma le 11 torri - dichiarano - non sono solo il monumento materiale alla violenza speculatrice della lobby della green economy industriale e alla grave incapacità dei diversi livelli amministrativi di opporvi resistenza. Oltre a compromettere l'integrità di uno straordinario patrimonio storico-naturalistico, le 11 torri fanno vera e propria strage di democrazia, di democrazia partecipativa, sancendo il fallimento preventivo del processo di governance tentato dalla costituzione stessa dell'ecomuseo".

"Ci domandiamo - concludono - quale sia l'efficacia residuale dell'ecomuseo che si va a inaugurare domani e la stessa credibilità dei processi partecipativi che sono stati elaborati al suo interno, ora che le popolazioni di quei luoghi si vedranno piombare dall'alto e dalle segrete logiche degli iter autorizzativi questo impattante complesso di 11 monumenti all'ignoranza". Per questo, Save Salento annuncia una durissima battaglia nelle settimane a venire e chiama alla mobilitazione tutte le associazioni e i comitati di ogni colore e di ogni provenienza in questa battaglia di civiltà.

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