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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca San Cesario di Lecce

Vertenza Billa si complica al ministero, Rewe respinge cassa integrazione

Delusione di sindacati e lavoratori dopo il tavolo romano: l'azienda Rewe respinge due proposte sulla cassa integrazione. Da domani scatta il conto alla rovescia per il licenziamento dei 72 dipendenti dell'ipermercato

 

SAN CESARIO DI LECCE - Un mancato accordo tra il gruppo Rewe – Billa e le organizzazioni sindacali conclude in termini estremamente deludenti il tavolo convocato a Roma, presso il ministero dello Sviluppo Economico, per discutere i termini della vertenza dell’ipermercato di San Cesario.

La prima proposta del ministero di attivare la cassa integrazione per due anni, bloccando così le procedura di mobilità, a fronte dell’impegno dell’azienda di ricollocare almeno il 30 percento dei lavoratori, è stata respinta da Rewe.

Il gruppo ha rifiutato non soltanto la prima proposta perché avrebbe perso la licenza di vendita, ma persino il secondo tentativo di mediazione, sottolineano le sigle sindacali, che riduceva gli ammortizzatori sociali ad un solo anno, con il medesimo impegno di salvaguardia di almeno una parte dei livelli occupazionali.

L’intenzione di Rewe sarebbe stata, quindi, quella far sgombrare l’immobile, liberandolo dai lavoratori.Per Giuseppe Zimmari di Uiltucs il fine ultimo sarebbe quello “di condurre una mera operazione finanziaria che conclude le trattative commerciali”.

La posizione assunta da Rewe è stata giudicata inaccettabile: “L’unico interesse dell’azienda è quello di trattenere la licenza, venendo meno ad ogni principio di responsabilità sociale d’impresa e ignorando i disastrosi effetti che spediscono 72 famiglie verso la disoccupazione”, aggiunge il segretario che intende sollecitare le  istituzioni a “fare il possibile per recuperare la proprietà della licenza”.

E’ evidente, infatti, come la vertenza Billa abbia portato a galla una falla del sistema delle licenze la cui concessione sembra disancorata dal principio della responsabilità sociale e dalla preoccupazione di mantenere i livelli occupazionali.

“Da domani scatta il conto alla rovescia per 72 famiglie che hanno 120 giorni di tempo prima di essere licenziate. Per l’economia del territorio è una catastrofe”, denuncia Valentina Fragassi di Filcams Cgil.

L’”arroganza” con cui l’azienda ha condotto le trattative viene sottolineata anche dal segretario Cisal, Vito Perrone per il quale rimane solo la speranza che le istituzioni si attivino, con una pressione sulle aziende che manifesteranno l’intenzione di rilevare la licenza, affinchè si assumano il compito di mantenere l’intera forza lavoro.

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