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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Vertice delle forze di polizia: le eradicazioni diventano questione di ordine pubblico

In prefettura il questore, i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza e quello regionale del corpo forestale dello Stato, incaricato dell'attuazione del piano per fermare l'avanzamento del batterio della Xylella fastidiosa. Nessun confronto con gli operatori dell'informazione

LECCE – Vertice sul caso eradicazioni, ma per i cronisti le porte della prefettura restano chiuse a tenuta stagna: una scelta difficilmente comprensibile – e inusuale rispetto alla prassi - quando si chiede agli organi di informazione un’azione attenta e puntuale in modo da sgombrare il campo da equivoci e inesattezze.

Con il prefetto, Giuliana Perrotta, alla riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia erano presenti il questore, Pierluigi D’Angelo, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Nicodemo Macrì, quello della guardia di finanza, colonnello Vincenzo Di Rella,  e Giuseppe Silletti, comandante regionale del corpo forestale dello Stato cui è stato affidato, nelle vesti di commissario delegato, il coordinamento del piano operativo di intervento contro la diffusione del batterio della Xylella fastidiosa (ritenuto dall’interpretazione ufficiale il fattore determinante del Complesso del disseccamento rapido dell’ulivo).

L’incontro si è tenuto alla vigilia di un appuntamento importante: l’audizione di Giuseppe Silletti,  presso la Commissione Europea. Nei prossimi giorni, infatti, sono attese nuovo indicazioni e il timore è che Bruxelles calchi la mano, richiedendo l’abbattimento di un numero di piante maggiore di quello prudentemente stimato fino ad adesso e compreso tra le 15 e le 30mila unità. Un’ipotesi attendibile indica il possibile taglio di tutti gli alberi nel raggio di 100 metri da quella colpita dal batterio oltre, naturalmente, a quelli di altre specie, come gli oleandri (proprio nella mattinata odierna ne sono stati segati molti nella zona di Ostuni).

Insomma, la vicenda  è oramai a tutti gli effetti anche una questione di ordine pubblico come, del resto, era parso chiaro già a Oria, il focolaio più a nord dove sono state eseguite, tra veementi proteste, le prime eradicazioni: oggi l’opposizione alle misure drastiche previste nel piano è rappresentata in prima linea dal presidio permanente di Veglie, nelle cui campagne sono attesi numerosi abbattimenti, ma anche da un atteggiamento critico che serpeggia nell’opinione pubblica del Salento e che non risparmia nemmeno le istituzioni.

Giova ricordare a chi pontifica dall’alto della sua sicumera dividendo il campo tra razionalisti e complottisti, tra buoni e cattivi, che la comunità scientifica nel suo complesso appare tutt’altro che unanime rispetto alla necessità di interventi così irreversibili come le eradicazioni. Non solo: l’ordine del giorno votato all’unanimità del consiglio comunale di Lecce, il 13 aprile scorso - con il quale si sollecita la sospensione degli abbattimenti in attesa di riscontri scientifici inoppugnabili e l’analisi approfondita dei terreni che ospitano alberi infetti – è stato trasmesso al commissario europeo per l’Agricoltura, ma anche a quello per la Salute.

Iniziative strumentali, si dirà, ma che di per sé testimoniano l’importanza di un tema, e di un simbolo, per un intero territorio e alle quali bisognerà pur dare un brandello di risposta. Non a caso, nel corso del vertice odierno, il commissario straordinario Silletti ha accolto l’invito del prefetto di un confronto con le associazioni ambientaliste, da tenere entro la prossima settimana, sulle criticità del piano di intervento. La richiesta era stata avanzata nelle scorse ore dal Forum Ambiente e Salute.

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