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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Leuca / Via Leuca

Viaggio nel Quartiere Leuca: una Via Crucis tra i rifiuti abbandonati in ogni angolo

I controlli sono pochi. E gli sporcaccioni dilagano. Carta a quintali per strada, sacchetti anche giganteschi abbandonati persino nei parchi o conficcati fra i marciapiedi sconnessi

LECCE - Solo il nome, Leuca, è evocativo. Qui non ci sono antiche rocce a tuffarsi nell’acqua mozzando il fiato in gola. Lo sguardo non si perde sognante fino alla linea in cui cielo e mare si baciano. Semmai, gli occhi del viandante volgono altrove. Troppi fingono di non vedere i sacchetti ammonticchiati. La strafottenza, miglior alleata degli sporcaccioni. E così, i rifiuti crescono. Tanto qualcuno prima poi li ritirerà.

Giusto?

E che accanto vi sia il giardino fiorito di un villino o il cortile alberato di una scuola, poco importa a chi non prova un briciolo di sorpresa di fronte ai piccoli quadri che la mano di Madre Natura riesce a tratteggiare anche in mezzo al cemento. Per il libertino del sacchetto libero, l’importante è che vi sia un angolo cieco in cui infilare i resti del consumo di casa. E chi s’è visto, s’è visto.  

Benvenuti nel Quartiere Leuca, fra cartacce svolazzanti e buste abbandonate in ogni anfratto. Le segnalazioni di alcuni lettori, inviate proprio in questi ultimi giorni, parlano chiaro. Fin troppo. Un residente ricorda che le vie Palma, Toti e Guglielmotto d’Otranto, per citarne solo alcune, distano pochi metri da Porta San Biagio, che il punto è considerato ormai pieno centro, “con redite catastali raddoppiate negli ultimi anni”. Eppure, la zona sta subendo “un degrado civile e sociale senza precedenti”.

Parlano più di tutto le immagini, che qui riassumiamo in: inciviltà atto primo e inciviltà atto secondo.

Un’altra cittadina, invece, ha immortalato la campana per il vetro di viale Marche, assediata dai rifiuti, e s’è chiesta, disgustata: “Ma il verbale chi lo fa?”. Risposta: “Nessuno”.

Già, per chi suona la campana? Le ispezioni sono efficaci? Un piccolo viaggio domenicale nelle vie semideserte del rione basta e avanza per farsi un’idea di un fenomeno in cui il concetto stesso di emergenza dei giorni scorsi è superato dalla quotidianità.

Chi se lo scorda. Attorno al 10 aprile, l’intera città e i comuni dell’Ato Lecce 1 sono rimasti sommersi dalla propria immondizia, quando la discarica di Statte s’è bloccata, generando un effetto domino: ha dovuto serrare i cancelli anche quella di Cavallino. Ma nel Quartiere Leuca, passato l’intoppo, sono rimasti i pessimi comportamenti individuali. Tanti, troppi.

Qualche esempio? Basta scorrere le foto scattate da noi, la maggior parte questo pomeriggio. Via Leuca, angolo via Dogali, proprio nei pressi di una fontanella pubblica dove l’affannato di turno, magari durante una sgambata in bicicletta, si ferma per un ristoro. Qui, prima che arrivasse nel quartiere la raccolta a porta a porta, faceva sfoggio di sé un bidone della spazzatura. Sempre qui, proprio fra un cartello che indica la fermata del bus e il tronco di un albero, qualcuno getta i sacchetti. A ciclo continuo. Gli operatori ecologici non fanno a tempo a riconsegnare un minimo di decoro al punto in questione, che già la mattina dopo torna l’immondizia. E i sacchetti non camminano certo con gambe proprie.

Niente cassonetti? E chi se ne frega

Per testimoniare la singolare situazione, abbiamo realizzato due scatti visibili nella gallery fotografica. Uno, nella prospettiva in direzione del centro, è di oggi pomeriggio; l’altro, nella visuale opposta, risale alla mattina di sabato 17 aprile. La situazione, identica. Cambiano solo i rifiuti. Appunto. Un modo molto personale di intendere il riciclo.  

Sempre in via Leuca, ma anche nella vicina via Mario Nacci, a spadroneggiare sono i volantini commerciali dispersi sul ciglio del marciapiede o accanto alle abitazioni. Non tutti hanno installato una cassetta postale per la pubblicità. Così, spesso i depliant vengono lasciati sotto le porte. Ma basta che i proprietari di casa manchino per un periodo o che le abitazioni siano sfitte ed ecco formarsi interi corridoi di cartacce, con l’inconsapevole complicità del vento, che proverbialmente nel Salento non manca mai. Quintali di fogli da mandare al macero, e che invece si decompongono per strada, offrendo all’occhio un avvilente senso di degrado.

Ancora: Parco Tafuro, già preda di vandalismo sfrenato, dove i controlli sono quasi inesistenti e le erbacce proliferano. Un luogo in eterno stato di decadimento. Qualcuno è invogliato a usare i contenitori dei rifiuti per ficcarci interi sacchetti, pressandoli fino a farli scoppiare. Nemmeno la statua di San Pio è salvata dall’irriverente inchino di buste piene di cartoni di latte vuoti, fazzoletti, bottiglie di birra scolate da qualche ubriacone e chissà quali altre porcherie.

Poco distante c’è via Abruzzi, che potrebbe tranquillamente essere ribattezzata la Via Crucis del rifiuto. Percorrendola per intero, di stazione in stazione, si scoprono sacchi di plastica ovunque. Alcuni sono di dimensioni ragguardevoli. Appaiono all’improvviso dietro a una cassetta dell’Enel, accanto a un tronco di pino, persino fra le mattonelle sconnesse del marciapiede nei pressi dell’istituto comprensivo “Ammirato-Falcone”. Fino a raggiungere, di scatoletta in scatolone, di lattina in cartone, il Golgota, quella campana per il vetro citata prima, proprio laddove via Abruzzi confluisce su viale Marche, perennemente attorniata da oggetti anche voluminosi.

Questo, sebbene il vero simbolo del viaggio possa considerarsi un’altra campana, quella posta quasi al termine di via Leuca, accanto al magistrale “Siciliani”, che abbiamo scelto per la copertina. In fin dei conti, è quasi la porta del centro storico, un’esemplare cartolina da esibire al turista, una rappresentazione contemporanea del barocco.   

La causa principale è da ricercarsi forse negli evasori che non hanno mai pagato la tassa dei rifiuti e che oggi non possono recarsi certo a ritirare il kit, in quelle zone di Lecce in cui la raccolta differenziata ha avuto inizio. Un tema già affrontato, ma sul quale è bene sempre tornare, visto che nel frattempo il servizio continua ad allargarsi e ben presto ricoprirà tutta la città.

A questi, si associa una fetta di cittadini - forse più consistente di quanto si possa credere -, che trova fastidiosa la divisione in casa delle tipologie e che quindi corre avanti e indietro in cerca dei sempre più rari, “cari” vecchi, bidoni. E se non ci sono, pazienza. Va bene anche un muretto.  

Le autorità assicurano che i controlli sono sempre in atto. Un esempio si può ritrovare in quel caso di via Malta, risalente ai primi di marzo. Ha avuto ampio spazio sulla stampa per via della situazione bizzarra. Un trasgressore è stato scoperto dalla polizia locale perché, fra le altre cose, aveva abbandonato per strada una trentina di lettere pre-ruolo che lo riguardavano.

L’impressione (e l’auspicio), però, è che si possa profondere qualche sforzo in più. Perché va bene chiedere un atto di civiltà e di rispetto per la propria città. La verità, però, è che con certi esemplari si può ragionare solo a suon di verbali.

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