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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Vicenda Filobus, atto finale: restituito mezzo milione di euro a Buonerba

Dopo la sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione, la Procura aveva chiesto la confisca della somma ritenuta frutto di tangenti, ma per i giudici del tribunale di Roma non ci sono elementi per affermare la responsabilità dell’imputato

LECCE -E’ stata dissequestrata la somma di circa 510mila euro che fu sequestrata nell’ambito dell’inchiesta sul filobus di Lecce, a Massimo Buonerba, 70enne leccese, all’epoca dei fatti consulente del sindaco Adriana Poli Bortone.

Lo ha deciso nei giorni scorsi il Tribunale di Roma, dinanzi al quale fu spostato (per competenza territoriale) il processo sul presunto giro di tangenti legate alla realizzazione della metropolitana di superficie e che terminò con una sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione.

Il verdetto, tuttavia, non impedì al pubblico ministero Alberto Pioletti di avanzare, un paio d’anni fa, l’istanza di confisca dei beni finiti sotto chiave. Partì così la battaglia giudiziaria tra accusa e difesa, rappresentata dagli avvocati Sabrina Conte e Carlo Viva, all’esito della quale i giudici hanno stabilito che non ci sono elementi per affermare alcuna responsabilità da parte dell’imputato.

E’ questo il finale di una vicenda giudiziaria iniziata quando la Procura federale di Lugano sequestrò ben 2,8 milioni di euro finiti sui conti svizzeri del professore, informando la Procura di Lecce, guidata al tempo dal procuratore Cataldo Motta, che avviò un’inchiesta parallela sfociata, nel dicembre del 2011, nell’arresto per concussione (poi il reato fu derubricato in quello di induzione a dare o premettere utilità).

Il processo s’incardinò a Lecce davanti ai giudici della seconda sezione penale, nel 2017, ma poi fu trasferito a Roma, nella città in cui, secondo gli inquirenti, Buonerba avrebbe ricevuto una delle tangenti.

In particolare, la cifra dissequestrata fa riferimento alle somme che sarebbero state versate in più tranche dall’ingegnere Giordano Franceschini (arrestato il 21 novembre 2011 e poi liberato dal Tribunale del Riesame, la sua posizione fu infine stralciata e archiviata) per ottenere la paternità del progetto.

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